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Il Regno Sociale di Gesù, Cristo Re

(Opuscolo della Missione Cristo Re)

 

Capitolo 1- La Regalità di Gesù Cristo nelle Sacre Scritture

 

Capitolo 2- Le caratteristiche del Regno Sociale di Gesù Cristo.

 

Capitolo 3- Il cardinale Pie: dottrina e apostolato

 

Capitolo 4- Le richieste del Sacro Cuore a Paray-le-Monial

 

Capitolo 5- Il Sacro Cuore rinnova le sue richieste a Loublande nel 1917

 

Capitolo 6- L'enciclica Quas Primas dell'11 dicembre 1925, Papa Pio XI: Chi per primo?

 

Capitolo 7- Sorella Maria di Cristo Re (1926-1968)

 

Capitolo 8 - I messaggi di Cristo Re ad Agnès-Marie: Gioia di Dio (1999-2013)

 

Capitolo 9 - Il piano di Cristo Re per salvare il mondo: realizzare il suo Regno sociale

 

Bibliografia

Capitolo 1: La Regalità di Gesù nelle Sacre Scritture:

1- Genesi 49, 1-12:

 

Giacobbe chiamò i suoi figli e disse: “Radunatevi! Voglio rivelarti cosa ti accadrà nei tempi a venire. Venite insieme, ascoltate, figli di Giacobbe, ascoltate Israele, vostro padre...

Giuda, a te si prostreranno i tuoi fratelli, la tua mano piegherà il collo dei tuoi nemici e i figli di tuo padre si prostreranno davanti a te. Giuda è un giovane leone. Stai tornando dalla carneficina, figlio mio. Si accovacciò, si sdraiò come un leone; questa bestia, chi la farà salire? Lo scettro regale non sfuggirà a Giuda, né la verga del comando, la sua discendenza, finché non venga colui al quale appartiene il potere, al quale i popoli obbediranno. Lega il suo asino alla vite, alla vite il puledro della sua asina. Egli bagna la sua veste nel vino, il suo manto nel sangue dell'uva. I suoi occhi brillano più del vino, i suoi denti sono più bianchi del latte.

 

2- Salmo 2, 1-8:

 

Perché questo tumulto di nazioni, questo vano mormorio di popoli? I re della terra si alzano, i grandi si alleano contro il Signore e il suo messia: "Spezziamo le nostre catene, gettiamo via queste catene!" Colui che regna nei cieli si diverte con loro, il Signore si prende gioco di loro; poi parla loro con furore, e la sua ira li atterrisce: "Ho consacrato il mio re su Sion, mio monte santo". Proclamo il decreto del Signore! + Mi disse: “Tu sei mio figlio; Io, oggi, ti ho generato. Chiedi e ti darò in eredità le nazioni e in dominio tutta la terra. Li distruggerai con il tuo scettro di ferro, li spezzerai come un vaso da vasaio. Ora, re, intendete, correggetevi, giudici della terra. Servi il Signore con timore, rendi omaggio con tremore. Lascialo arrabbiare e sei perduto: all'improvviso la sua rabbia scoppierà. Felice che trova rifugio in lui!

3- Salmo 71, 1-19:

 

Dio, dai al re i tuoi poteri, al figlio di questo re la tua giustizia. Possa egli governare con giustizia il tuo popolo, possa rendere giustizia agli sfortunati! Montagne, portate pace al popolo, colline, portate giustizia! Possa egli rendere giustizia agli sfortunati del suo popolo, possa salvare i poveri, possa schiacciare l'oppressore! Possa durare sotto il sole e la luna di generazione in generazione! Lascia che scenda come pioggia sulla ricrescita, una pioggia che penetri nella terra. In quei giorni fiorirà la giustizia, grande pace fino alla fine delle lune! Possa egli governare da mare a mare e dal fiume fino all'estremità della terra! I popoli si inchineranno davanti a lui, i suoi nemici leccheranno la polvere. I re di Tarsis e delle isole porteranno doni. I re di Saba e di Seba faranno la loro offerta. Tutti i re si inchineranno davanti a lui, tutti i paesi lo serviranno. Libererà i poveri che chiamano e gli sfortunati senza ricorso.

Si prenderà cura dei deboli e dei poveri, dei poveri a cui salva la vita. Li riscatta dall'oppressione, dalla violenza; il loro sangue è prezioso ai suoi occhi. Lascialo vivere! Gli daremo l'oro di Saba. * Pregheremo instancabilmente per lui; ogni giorno lo benediremo. Lascia che la terra fino alla cima dei monti sia un campo di grano: e le sue spighe ondeggeranno come la foresta del Libano! Possa la città fiorire come l'erba sulla terra! Possa il suo nome durare per sempre; sotto il sole, possa il suo nome sussistere! In lui siano benedette tutte le famiglie della terra; che tutti i paesi lo chiamano beato! Benedetto il Signore, Dio d'Israele, lui solo compie prodigi! Sia benedetto il suo nome glorioso per sempre, tutta la terra sia piena della sua gloria! Amen! Amen

 

4- Isaia:

 

- Capitolo 2, 2-5:

Avverrà negli ultimi giorni che il monte della Casa del Signore si alzerà più alto dei monti, * si alzerà sopra i colli. A lei affluiranno tutte le nazioni e molti popoli verranno. Diranno: “Vieni! saliamo al monte del Signore, * alla casa del Dio di Giacobbe! Lascia che ci insegni le sue vie e noi seguiremo i suoi sentieri. Sì, la legge uscirà da Sion e da Gerusalemme la parola del Signore. Sarà giudice tra le nazioni e arbitro di molti popoli. Dalle loro spade forgeranno vomeri e dalle loro lance falci. Nazione contro nazione non alzerà mai la spada; non impareranno più la guerra. Vieni, casa di Giacobbe! Camminiamo alla luce del Signore.

- Capitolo 9, 5 - 6:

Sì, ci è nato un bambino, ci è stato dato un figlio! Sulla sua spalla è il segno del potere; il suo nome è proclamato: "Consigliere meraviglioso, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace". E il potere si estenderà e la pace sarà senza fine per il trono di Davide e per il suo regno che stabilirà, che stabilirà nella giustizia e nella giustizia ora e per sempre. Lo farà, l'amore geloso del Signore dell'universo!

 

5- Daniele 7, 13-14:

 

Ho guardato, durante le visioni della notte, e ho visto venire, con le nuvole del cielo, come un Figlio dell'uomo; raggiunse il Vecchio, e lo fecero avanzare davanti a lui. E gli furono dati dominio, gloria e regno; tutti i popoli, tutte le nazioni e le persone di tutte le lingue lo servivano. Il suo dominio è un dominio eterno, che non passerà, e il suo regno, un regno che non sarà distrutto.

 

6- Vangelo secondo San Luca  1, 30-33:

 

Annunciazione alla Vergine Maria, di San Gabriele Arcangelo:

 

“L'angelo allora le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio; gli darai il nome di Gesù. Sarà grande, sarà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre; regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Nota: il trono di Davide è un trono temporale e politico. Gesù è quindi un Re temporale.

 

7- Vangelo secondo San Matteo:

 

- Capitolo 2, 1-2: I Magi chiedono a Erode: dov'è il re dei Giudei che è appena nato?

"Gesù nascendo a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco i Magi dall'oriente vennero a Gerusalemme e dissero: Dov'è il re dei Giudei che è nato? poiché abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti per adorarlo. Il re Erode, udito ciò, ne fu turbato e tutta Gerusalemme con lui.

 

Nota: i dignitari stranieri vengono ad adorare il Re dei Giudei: ciò conferisce alla regalità di Gesù un carattere temporale (politico) e universale.

 

- Capitolo 28, 18-20: (al tempo dell'Ascensione)

“Gesù si avvicinò a loro e disse loro queste parole: “Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Dai ! Fate discepoli tutti i popoli: battezzateli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnate loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. E io sono con te ogni giorno fino alla fine del mondo. »

 

- Capitolo 21, 33 - 43:

“Ascolta un'altra parabola: un uomo possedeva una proprietà; piantò una vigna, la cinse di siepe, vi scavò un torchio e costruì una torre di guardia. Poi ha affittato questo vigneto ai viticoltori e ha fatto un viaggio. Quando venne il tempo dei frutti, mandò i suoi servi dai vignaioli per ottenere il prodotto della sua vigna. Ma i vignaioli presero i servi, ne colpirono uno, uccisero l'altro, lapidarono il terzo. Di nuovo il padrone mandò altri servi più numerosi dei primi; ma sono stati trattati allo stesso modo. Alla fine, mandò loro suo figlio, pensando: "Rispetteranno mio figlio". Ma, vedendo il figlio, i vignaioli dissero tra loro: “Ecco l'erede: vieni! uccidilo, avremo la sua eredità! Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. BENE ! quando verrà il padrone della vigna, cosa farà a questi vignaioli? Gli si risponde: "Questi miserabili, li farà perire miseramente". Affitterà la vigna ad altri vignaioli, che gli daranno il prodotto a tempo debito. Gesù disse loro: “Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra angolare: questa è l'opera del Signore, la meraviglia davanti ai nostri occhi! Perciò io vi dico: il regno di Dio vi sarà tolto e sarà dato a una nazione che lo faccia fruttificare». Cos'è questa nazione?

 

8- La Preghiera del Padre Nostro:

 

Padre nostro che sei nei cieli

Sia santificato il tuo nome,

Venga il tuo Regno,

La tua volontà sia fatta...

…come in Cielo così in terra

 

Secondo il Concilio di Trento, quest'ultima frase si applica a tutte e 3 le richieste (Fonte: Le Règne social du Coeur de Jésus, di padre Henry Ramière, Éditions Saint Rémy).

Inoltre, "Venga il tuo regno" presuppone che non sia venuto. Ora, il Regno di Dio è già realizzato in Cielo. È proprio sulla terra che non si è ancora realizzato. Gesù Cristo è venuto proprio per questo. È un progetto di conquista.

 

9- Credo: il simbolo di Nicea-Costantinopoli:

 

Il Concilio di Nicea del 325 proclamò la consustanzialità del Figlio Unigenito con il Padre e affermò la dignità regale di Cristo inserendo nel Credo: cuius regni non erit finis = e il suo regno non avrà fine.

 

10- L'Apocalisse di Giovanni:

 

- Capitolo 1, 4 – 6:

“Giovanni, alle sette chiese che sono in Asia Minore: grazia a voi e pace da colui che è, che era e che viene, dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono, da Gesù Cristo, il testimone fedele , il primogenito dei morti, il principe dei re della terra. A lui che ci ama, che ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ci ha fatti regno e sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la sovranità nei secoli dei secoli. Amen. »

 

- Capitolo 17, 12 – 14:

“Le dieci corna che hai visto sono dieci re che non hanno ancora ricevuto il regno, ma ricevono il potere reale con la Bestia per un'ora. Questi hanno lo stesso progetto: dare il loro potere e il loro potere alla Bestia. Faranno guerra all'Agnello e l'Agnello li vincerà perché è il Signore dei signori e il Re dei re; e i suoi, i chiamati, gli eletti, i fedeli, vinceranno con lui. »

Cosa significa Re dei re? … il Re dei re è colui che guida i re. Ora i re governano le nazioni: Gesù dunque governa le nazioni e i loro capi. Re dei re = Re delle nazioni.

 

- Capitolo 19, 15 – 16:

“Dalla sua bocca esce una spada affilata, per colpire le nazioni; lui stesso li guiderà con uno scettro di ferro, lui stesso calcherà il torchio del furore, l'ira di Dio, Sovrano dell'universo; sulla veste e sulla coscia porta scritto un nome: "Re dei re e Signore dei signori".

 

11- Vangelo secondo San Giovanni:

 

Capitolo 18, 36-38:

“Il mio regno non è di questo mondo”, rispose Gesù. Se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servi avrebbero combattuto per me affinché non fossi consegnato ai Giudei; ma ora il mio regno non è di quaggiù. Pilato gli disse: Sei dunque re? Rispose Gesù: Tu lo dici, io sono re. Sono nato e sono venuto al mondo per testimoniare la verità. Chi è dalla verità ascolta la mia voce. Pilato gli disse: Che cos'è la verità? Detto questo, uscì di nuovo per andare dai Giudei, e disse loro: Non trovo in lui nessuna colpa..."

I negazionisti della regalità temporale di Gesù Cristo, all'interno della nostra Chiesa cattolica, affermano semplicisticamente questo brano del Vangelo di San Giovanni: “Il mio regno non è di questo mondo”. Smentiscono quindi tutte le citazioni della Sacra Scrittura presentate sopra nel capitolo 1, che tuttavia parlano chiaramente di una regalità concreta, a capo delle nazioni, nel pieno esercizio dei poteri che sono conferiti a un re-capo di Stato. . Ma negano anche tutta la storia universale e tutta la storia della Francia dall'anno 33 ad oggi.

"Il mio regno non è di questo mondo": questa frase di Gesù Cristo ha un significato completamente diverso da quello con cui indicherebbe di non voler regnare socialmente e politicamente. Quando pronuncia questa parola, Gesù osserva che questo mondo è pieno di corruzione, dissolutezza, odio, gusto del potere e del denaro, concupiscenza… in una parola, peccato. E infatti, il Regno di Gesù non è un regno di corruzione e peccato. Gesù fece una semplice dichiarazione sul mondo che aveva davanti ai suoi occhi.

Tutto in questo opuscolo dimostra l'opposto dell'argomentazione semplicistica “Il mio regno non è di questo mondo”. Senza entrare in un grande dibattito di studiosi con coloro che citerebbero queste parole di Gesù, è sufficiente indicare loro che Gesù ha rivelato con forza il suo desiderio di regnare politicamente il 17 giugno 1689 (Paray-le-Monial, Sainte Marguerite Marie) , nel 1917 con Claire Ferchaud, dal 1926 con suor Marie du Christ-Roi. È anche opportuno citare loro l'Enciclica di Papa Pio XI, tristemente fraintesa, luminosamente attuale. Va ricordata loro anche la missione eccezionale di Giovanna d'Arco, che agì da Dio e per Dio, per ristabilire la sua Autorità sul Regno di Francia, il suo dominio, la sua proprietà. La missione di Jeanne era proclamare la regalità sociale di Gesù Cristo e il fatto che egli è il re di Francia al di sopra del re di Francia, quest'uomo di carne che governa il paese come luogotenente di Cristo.

 

Capitolo 2: Personaggi del Regno Sociale di Gesù Cristo

Mons. Delassus, nel suo libro “La missione postuma di Giovanna d'Arco” edito dalle Éditions Saint Remi, ci spiega in cosa consiste effettivamente il Regno sociale di Gesù Cristo in una nazione (pagg. 358-360):

 

"Il regno di Nostro Signore Gesù Cristo in un popolo è anzitutto il riconoscimento da parte di questo popolo che il Figlio della Beata Vergine Maria, Figlio di Dio fatto uomo, è di diritto e deve essere di fatto il Re della nazione, un diritto che detiene dalla Creazione di cui è l'autore, dalla Redenzione che ha operato con lo spargimento del suo sangue, dalla sua Mediazione tra il Padre e noi per ottenerci la vita eterna.

È poi la sottomissione, nell'ordine spirituale, del sovrano come dei sudditi, a colui che Nostro Signore Gesù Cristo ha istituito come suo Vicario e nelle cui mani ha affidato tutti i suoi poteri. “Tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato in cielo; tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”.

È in terzo luogo l'unione del Vicario di Gesù Cristo e del suo Sergente per il buon governo del popolo cristiano, la collaborazione del Papa e del Sovrano nell'opera della prosperità temporale e della preparazione alla vita eterna che è il fine della civiltà cristiana.

È la concordanza della legge divina e della legge umana per regolare la morale, reprimere il male, promuovere il bene e far regnare il buon ordine e la pace.

Cosa c'è di più bello e di più desiderabile di questo impero di giustizia nell'armonia di tutti gli elementi sociali e nella concordia di tutti i membri della società, applicando ciascuno al suo rango per il trionfo del bene in tutte le cose!

Questo è l'ideale che il Medioevo si proponeva di realizzare e che ha perseguito fino al momento in cui gli imperatori di Germania, seguiti in Francia da Filippo il Bello, si sforzarono di ristabilire a loro vantaggio il cesarismo rinnovato dal paganesimo, e dove il Rinascimento ha cercato di sostituire alla civiltà cristiana la cosiddetta civiltà moderna, cioè l'umanesimo, in cui l'uomo ha preso in sé il suo fine ultimo.

Questo dovrebbe ristabilire tra noi l'insegnamento della Santa Ancella.

Possa essere ascoltata! Possano le calamità preparate per noi dalla civiltà moderna giungere alle loro estreme conseguenze, e possiamo rivolgerci ad essa per chiedere le condizioni della nostra salvezza!

Non sono altro, non possono essere altro che il ristabilimento nella società del regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo che Giovanna è venuta a predicare, che si offre di ottenere per noi, ora che, con la sua glorificazione, è stabilita mediatrice tra Dio e noi, soprattutto per ciò che è stato, per ciò che è l'oggetto della sua missione presso di noi.

“In che modo, si chiede il cardinale Manning, commentando una parola dei Libri Sacri, Gesù Cristo regnerà temporalmente sulla terra nella sua bellezza?” E risponde: «Gesù Cristo regna per mezzo di un uomo che ha costituito per regnare al suo posto, per parlare in suo nome ed esercitare la sua suprema giurisdizione. Volle sostituire un Vicario quando disse: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze dell'inferno non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Scelse e fece un uomo che avrebbe regnato per Lui e avrebbe tenuto il suo posto. Questo qualcuno è chiamato suo Vicario, perché è il depositario delle chiavi, cioè dei poteri che, per diritto di autorità, appartengono solo a Gesù Cristo».

Tale è il primo principio costitutivo del regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo, il riconoscimento e l'esercizio dell'autorità che il Re divino ha depositato in Pietro e nei suoi legittimi successori.

La seconda è l'accettazione del suo Vangelo come regola della morale civile oltre che della morale individuale. Gesù Cristo regna per la dottrina che ha predicato, di cui la Chiesa è depositaria, che conserva intatta, che insegna alle folle dal pulpito della verità, e ai maestri nei suoi seminari e nelle sue università.

La teologia, scienza del Verbo incarnato, è de facto come de jure, nel regno di Cristo, regina della conoscenza come un sole luminoso, illumina tutte le scienze, in particolare la filosofia e la storia, preservandole da vergognose deviazioni che disonorano loro poiché non vogliono più ascoltarlo.

Dove si ascolta il Papa e si osserva il Vangelo, nello Stato regna Gesù Cristo, lì le istituzioni civili aiutano l'uomo ad operare la sua salvezza, ad andare verso i tabernacoli eterni.

Gesù Cristo regna nelle arti, le ispira con un ideale divino. È a Cristo Re che cantano i capolavori del Medioevo, quei dipinti inimitabili, quelle statue radiose di celestiale bellezza, quelle cattedrali che, ancora oggi, sono l'orgoglio dei paesi cattolici.

Gesù Cristo regna su tutti e in tutti, con l'inflessibilità della verità sull'intelligenza, con l'inflessibilità della giustizia sulla volontà, con l'impero della legge divina sulla coscienza degli uomini; su quelli che credono, per la loro gioia e la loro salvezza; su quelli che non crederanno, per il loro presente pericolo e futura condanna, Gesù Cristo regna per l'autorità che esercita sui principi. "Dio è il Re dei re", dice Bossuet. A lui spetta istruirli e regolarli come suoi ministri. Ascolti dunque, Monsignore, le lezioni che dà loro nella sua Scrittura, e impari da lui le regole e gli esempi sui quali dovrebbero formare la loro condotta. Gesù Cristo vi insegnerà da sé e per mezzo dei suoi Apostoli tutto ciò che rende felici gli stati. Il suo Vangelo rende gli uomini tanto più idonei ad essere buoni cittadini sulla terra, poiché in tal modo insegna loro a rendersi degni di diventare cittadini del cielo».

Gesù Cristo regna per l'ordine che stabilisce nella società. L'uomo ha tanto meno la capacità di tiranneggiare in uno Stato quanto più Gesù Cristo è ascoltato e obbedito. La libertà umana è tanto più liberata da ogni servitù politica quanto più fedelmente il popolo serve Dio e i poteri da lui costituiti per governare in suo nome.

Così regnava Gesù. Ecco come vuole regnare ancora, come regnerà se si segue come si deve l'insegnamento della Santa Ancella. Speriamo che sia così, perché ci è stato promesso. “Io regnerò, disse il divino Cuore alla Beata Margherita Maria, nonostante i miei nemici”.

I nemici della sua regalità non hanno mai fallito, e ai nostri giorni la loro rabbia è implacabile. Ma è soprattutto in queste ore cattive che il Signore ha detto al mio Signore: "Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi". Ciò che è stato annunciato sarà; e tutto fa pensare che si avvicina il tempo in cui «Dio eserciterà il suo giudizio sulle nazioni ribelli», per poi salvarle».

 

 

Capitolo 3: Il Cardinale Pio, Dottore e Apostolo della Regalità Sociale di Gesù Cristo

 

​ Il cardinale Pie nacque nel 1815. Fu ordinato sacerdote il 25 maggio 1839 e fu abate della cattedrale di Chartres dal 1839 al 1849. Fu ordinato vescovo nel 1849 e fu vescovo di Poitiers dal 1849 al 1879, nominato da Papa Pio IX. Fu creato cardinale nel 1879 da papa Leone XIII e morì nel 1880. Partecipò al Concilio Vaticano I e fu uno dei contributori alla definizione del dogma dell'infallibilità papale. Per tutta la vita ha lottato con ardore e coraggio per difendere e promuovere la regalità sociale di Gesù Cristo. È quindi considerato il Dottore e Apostolo di Cristo Re.

 

Il pensiero del cardinale Pie è magnificamente riassunto nell'opera di Théotime de Saint Just, pubblicata dalle Éditions Saint Rémi: “La regalità sociale di Nostro Signore Gesù Cristo, secondo il cardinale Pie”.

 

Alcuni punti chiave sono presentati qui:

 

La Regalità di Gesù Cristo implica la sottomissione e l'omaggio di tutte le creature: tutti abbiamo il rigoroso obbligo di riconoscere il nostro Re Gesù Cristo e di sottometterci alle sue leggi. Questo obbligo è imposto agli individui, ma anche ai popoli o alle nazioni, e ai loro capi:

“Tutti i re della terra lo adoreranno, tutte le nazioni lo serviranno. I popoli cammineranno alla sua luce, i re nello splendore del suo sorgere (Salmo 71).

 

Il cardinale Pio cita sant'Agostino (Lettere a Macedonio e Bonifacio):

“Sapendo che sei un uomo sinceramente desideroso della prosperità dello Stato, ti prego di osservare come è certo per l'insegnamento delle Sacre Lettere che le società pubbliche partecipano ai doveri dei privati e non possono trovare le congratulazioni solo dal stessa fonte. Beati, disse il Profeta-Re, sono i popoli il cui Signore Dio è. Questo è l'augurio che dobbiamo formare nel nostro interesse e nell'interesse della società di cui siamo cittadini; perché la patria non potrebbe essere felice ad altra condizione che al singolo cittadino, poiché la città non è altro che un insieme di uomini ordinati sotto la stessa legge”.

“Una cosa è che il principe serva Dio nella sua qualità di individuo, un'altra nella sua qualità di principe. Come uomo, lo serve vivendo fedelmente; come re, emanando leggi religiose e sanzionandole con adeguato vigore. I re servono il Signore come re quando fanno per la Sua causa ciò che solo i re possono fare”.

“Chiamiamo felici gli imperatori cristiani se mettono il loro potere principalmente al servizio della maestà divina per l'incremento del suo regno e del suo culto”.

 

L'uomo sboccia in una famiglia, e la famiglia in una nazione, in virtù di una tendenza e seguendo le leggi che ha ricevuto dal Creatore. E dopo averle fondate, Dio dà vita alle nazioni e le governa; Invia loro ricchezze o povertà, vittorie o sconfitte, benedizioni o castighi, a seconda che siano fedeli o ribelli alla sua legge. Poiché i popoli, in quanto popoli, dipendono quindi dal Creatore, devono, in quanto popoli, riconoscere la Sua autorità. Devono a Dio omaggio pubblico, sociale e nazionale.

Dio ha creato tutta l'umanità da una. Le ha dato l'intero globo per la sua casa. Ha definito il tempo dell'apparizione di ogni popolo e ha segnato il luogo della sua istituzione. Il supremo organizzatore fissò l'ora di ciascuna delle nazioni, ne assegnò le frontiere, ne determinò il ruolo, ne regolò la durata e la parte d'azione nell'opera generale.

Le nazioni sono volute da Dio e progettate nella Tua grazia, o Gesù Cristo! A ciascuno di loro hai dato una vocazione. In ognuno di loro vive un'idea profonda che viene da Te, che è la trama dei suoi destini. NB: sul tema della vocazione della Francia, vedi “La mission divine de la France” del Marchese de la Franquerie, Éditions Saint Rémi.

Nel corso della storia del mondo, tutti i popoli hanno stabilito il diritto e le istituzioni pubbliche sulla base della religione. La detronizzazione terrena di Dio è un crimine. I cattolici devono credere fermamente che Gesù Cristo deve regnare sulle istituzioni sociali, impregnandole del suo spirito e rendendo la loro legislazione conforme alle leggi del suo Vangelo e della sua Chiesa. Devono operare perché Gesù Cristo non regni solo in Cielo e nelle anime, ma “come in Cielo così in terra”.

“È diritto di Dio comandare gli Stati oltre che gli individui. Non è per nient'altro che Gesù Cristo è venuto sulla Terra. Egli vi deve regnare ispirando leggi, santificando costumi, illuminando insegnamenti, dirigendo concili, regolando l'azione dei governi come dei governati. Dove Gesù Cristo non esercita questo regno, c'è disordine e decadenza”.

 

Il cardinale ispirò e contribuì anche alla formazione intellettuale di diversi pontefici, in particolare san Pio X, che apprezzò particolarmente il suo pensiero e parlò tanto alla Francia, figlia primogenita della Chiesa. Pio XI riprese alcuni punti della dottrina del cardinale Pio nella sua enciclica Quas primas su Cristo Re.

Era molto legato al culto del Sacro Cuore e fu a Poitiers che fu redatto il Voto Nazionale al Sacro Cuore (gennaio 1871), che avrebbe portato nel 1875 alla costruzione della Basilica del Sacro Cuore di Montmartre , una delle richieste fatte da Gesù Cristo a Paray le Monial nel 1689.

 

Padre Henry Ramière ha scritto un'opera complementare a quella del cardinale Pie, pubblicata dalle Éditions Saint Rémi: Le Règne Social du Coeur de Jésus. Il seguente brano aiuta a capire perché Cristo deve regnare anche socialmente e politicamente, sulle nostre leggi e nella nostra società:

 

" BENE ! Quello che non abbiamo fatto, finora, con tutta l'attività auspicabile, deve essere fatto oggi; perché le presenti circostanze rendono incomparabilmente più urgente il dovere già imposto ai cristiani di altri tempi per espresso comando del Salvatore. Non si tratta più, infatti, solo, per i soldati di Gesù Cristo, di estendere il suo regno e di sottoporre al suo giogo le anime e le nazioni schiave di Satana, si tratta di impedire che quel regno sia completamente distrutto dalla lega satanica, che ha già spezzato ogni sostegno umano.

Bisognerebbe essere estranei a ciò che sta accadendo nel mondo da un secolo per ignorare che si è formata, all'interno della stessa cristianità, una vasta cospirazione il cui unico scopo è proteggere l'umanità dall'autorità del re Gesù. A questa cospirazione non manca nulla per assicurarne il successo. Mentre seduce le intelligenze con la più speciosa di tutte le dottrine, il liberalismo, unisce e rafforza le volontà con la più dotta, la più generale e la più compatta di tutte le organizzazioni, la Massoneria.

 

E ora, con l'aiuto di questa organizzazione, la dottrina liberale ha invaso tutta la cristianità. Padrona quasi assoluta della stampa, che è il più grande potere che l'umanità abbia mai avuto, è già riuscita a liberare tutte le società civili, nessuna esclusa, dal giogo di Gesù Cristo e della sua Chiesa; e, siccome l'autorità civile ha un potere sovrano sulle società inferiori e, di conseguenza, sugli stessi individui, la distruzione della regalità sociale di Gesù Cristo deve naturalmente comportare, prima o poi, il rovesciamento della sua autorità sulle famiglie e sulle anime. .

Anche i nemici del Re divino si illudono di aver già riportato su di lui un completo trionfo. La Chiesa, sua cittadella terrena, è smantellata; tutte le istituzioni che costituivano la sua forza sono distrutte; l'educazione dei suoi figli è scristianizzata; il reclutamento dei suoi ministri è reso impossibile; c'è solo un ultimo assalto da sferrare, e tutto l'esercito si precipita verso la breccia, ripetendo contro la Chiesa il grido degli ex carnefici del Salvatore: "Non vogliamo più Gesù Cristo per Re".

Queste parole furono pronunciate intorno al 1880: come non vederne la progressiva realizzazione lungo tutto il Novecento e fino ai giorni nostri?

 

Capitolo 4: Messaggi e richieste del Sacro Cuore a Paray-le-Monial:

 

Nel suo monastero della Visitazione di Paray le Monial, suor Marguerite-Marie Alacocque ricevette la visita di Gesù Cristo durante 3 apparizioni tra il 1673 e il 1675. Durante la prima apparizione, il 27 dicembre 1673, Marguerite-Marie divenne discepola del Sacro Cuore . Durante la seconda apparizione, Gesù dà i mezzi per riparare a tutti gli oltraggi e sacrilegi commessi contro il suo Sacro Cuore: Comunione Eucaristica il primo venerdì del mese e pratica dell'Ora Santa. Durante la terza apparizione, il 16 giugno 1675, Gesù chiede una festa solenne per onorare il suo Sacro Cuore (sarà istituita universalmente nel 1856 da Papa Pio IX).

 

Nel 1689, Nostro Signore Gesù Cristo appare di nuovo a suor Marguerite-Marie, con un messaggio per la Francia:

 

Messaggio alla Francia del 17 giugno 1689:

"Sappia il Figlio primogenito del mio Sacro Cuore che, come la sua nascita temporale fu ottenuta per la devozione ai meriti della mia santa Infanzia, così otterrà la sua nascita di eterna gloria per la consacrazione al mio adorabile Cuore, che vuole trionfare dalla sua propria e, attraverso di lui, da quella dei grandi uomini della terra. Vuole regnare nel suo palazzo, essere dipinto nei suoi stendardi e inciso nelle sue braccia, per renderli vittoriosi su tutti i suoi nemici e su tutti quelli della Santa Chiesa. Mio Padre vuole servirsi del Re per l'esecuzione del Suo disegno, che è la consacrazione di un edificio pubblico dove sarebbe posto il dipinto del mio Cuore per ricevere uomini da tutta la Francia”.

Le richieste del Sacro Cuore:

 

- Consacrazione pubblica e solenne del Capo dello Stato al Sacro Cuore.

 

- Apposizione del Sacro Cuore sulla bandiera nazionale.

 

- Costruzione di un edificio in onore di questo Cuore divino.

 

Queste richieste furono indirizzate al re Luigi XIV che era sul trono di Francia nel 1689, ea tutti i suoi successori. Il re Luigi XIV era ben informato di queste richieste, ma non le accolse. Conosceva la devozione al Sacro Cuore e ai due Cuori Uniti di Gesù e Maria, propagata da San Giovanni Eudes almeno dal 1643. Saint Jean Eudes fu invitato a Versailles il 22 marzo 1671. Luigi XIV donò 2000 sterline (moneta) a Saint Jean Eudes per la costruzione di una chiesa. Ha dato la sua approvazione alla pubblicazione del libro di padre Croiset sul Sacro Cuore nel 1689 e nel 1691 (era necessaria l'autorizzazione per pubblicare un libro in quel momento). Sua moglie, la regina Marie-Thérèse, si unì alla confraternita del Sacro Cuore e praticò la devozione.

Diversi ostacoli impedirono a Luigi XIV di onorare le richieste del Sacro Cuore: il suo confessore, padre de la Chaise, attraverso il quale dovevano passare le richieste, le sottopose logicamente alla sua autorità gerarchica, il superiore generale dei gesuiti (RP Tyrse Gonzalez), che si opponeva alla devozione al Sacro Cuore. Questo Superiore Generale rinnegò e incolpò Padre Croiset, caduto in disgrazia. Una parte del clero era quindi di ostacolo e l'opposizione dei Gesuiti ci è confermata empiricamente da un evento importante che dovettero subire nel secolo successivo: il loro Ordine fu soppresso nel 1764 dal re Luigi XV su richiesta dei giansenisti e organizzatori della Rivoluzione. È ovvio che questa soppressione è la sanzione dell'ostruzione presso Luigi XIV, precisando che le richieste del Sacré-Coeur avevano per scopo di proteggere la Francia dai suoi nemici dall'esterno e dall'interno. Furono fatte il 17 giugno 1689, cent'anni prima che il Terzo Stato si proclamasse Assemblea Nazionale, il 17 giugno 1789: era l'inizio della Rivoluzione...

Tra questi nemici della Francia e della Chiesa cattolica vi furono i calvinisti e i giansenisti, che si opposero con rabbia e odio alla devozione al Sacro Cuore e alla monarchia, facendosi gli ardenti promotori del parlamentarismo in lingua inglese (l'Inghilterra era protestante. ..) Lavorarono per la caduta della Monarchia per tutto il XVIII secolo, alleati delle logge massoniche. Gesù aveva anticipato tutto questo… Che bell'esempio dell'onniscienza di Dio, della sua lungimiranza e del suo intervento permanente nelle vicende umane, anche politiche e sociali. Siamo noi che non ascoltiamo.

 

Il messaggio del Sacro Cuore alla Francia è stato riconosciuto dal decreto "Ecclesia Consuetudo" di papa Benedetto XV in occasione della canonizzazione di suor Marguerite-Marie nel 1920, e compare negli Atti Apostolici della Santa Sede del 2 novembre 1920. È da notare che il 1920 è anche l'anno della canonizzazione di Giovanna d'Arco, quasi a segnare il legame tra le due sante, tra le loro due missioni al servizio del Sacro Cuore e di Cristo Re: Gesù Cristo vuole regnare sulla Francia e sulle nazioni.

 

È fondamentale capire che le richieste del Sacro Cuore non sono rivolte solo a Luigi XIV. Alcuni vogliono metterli nell'armadio fingendo di esserlo. Tutti i successori di Luigi XIV sono preoccupati, perché queste richieste sono permanenti ed eterne, fino alla loro realizzazione.

 

Luigi XV conosceva il messaggio di Paray-le-Monial e le richieste del Sacro Cuore. Sua moglie, la regina Maria Leszczynska, si adoperò affinché la festa del Sacro Cuore fosse concessa dal Papa: cosa fatta per la prima volta nel 1765, anno in cui papa Clemente XIII autorizzò questa festa per la Francia e la Polonia.

 

Anche Luigi XVI fu informato. Sua sorella, Madame Élisabeth, creò a Corte un'associazione per la devozione al Sacro Cuore e scrisse un atto di consacrazione. Nel gennaio 1790 scrisse un voto al Cuore Immacolato di Maria e inviò alla cattedrale di Chartres un ex-voto a forma di due cuori d'oro, rappresentanti i due Cuori Uniti di Gesù e Maria. Luigi XVI fece questo voto il 10 febbraio 1790 nella cattedrale di Notre Dame a Parigi. Nella prigione del Tempio, nell'agosto del 1792, Luigi XVI scrisse un voto al Sacro Cuore, in cui si consacrava a Lui e si impegnava se fosse stato liberato e avesse riacquistato i suoi pieni poteri.

 

La Rivoluzione del 1789 rovesciò il Trono e pose fine alla sua alleanza con l'Altare. Potremmo credere che le richieste del Sacro Cuore fatte a Paray-le-Monial siano obsolete poiché erano rivolte ai monarchi per diritto divino e che questo regime è scomparso con i tumulti rivoluzionari, lasciando il posto a due imperi, da monarchie costituzionali liberali a repubbliche secolari.

Non è così. Nostro Signore Gesù Cristo ha rinnovato le sue richieste nel XX secolo, attraverso Claire Ferchaud, a Loublande (Vende), durante la prima guerra mondiale.

 

Capitolo 5: Il Sacro Cuore rinnova le sue richieste a Loublande nel 1917

 

Claire Ferchaud è nata nel 1896 ed è cresciuta nella fattoria Rinfillières, vicino a Loublande. Dalla culla e per tutta la sua infanzia, il bambino Gesù lo accompagna e si prende cura della sua educazione. È devota e va a messa tutti i giorni. Aveva 18 anni quando scoppiò la Grande Guerra, organizzata dai poteri occulti: la Massoneria provocò la guerra e sollevò la Germania protestante contro la Francia per metterla in ginocchio e distruggerla. Gesù disse a Chiara: "È la Massoneria che, per ottenere la rovina eterna della Francia, d'accordo con la Germania, ha generato questa guerra". Gesù affida a Chiara la sua missione: agire e soffrire per salvare la Francia, in riparazione della propria sofferenza dovuta al rifiuto che gli oppongono i governanti della Terra, come dovette soffrire al Pretorio di Gerusalemme, davanti al rappresentante dell'autorità Potere temporale onnipotente del tempo: Ponzio Pilato.

Jesus chiede a Claire di scrivere al Presidente della Repubblica, Raymond Poincaré. Gli dice:

“Andate a dire al Capo che governa la Francia di andare alla Basilica del Sacro Cuore di Montmartre con i Re delle Nazioni Alleate. Lì, solennemente, saranno benedette le bandiere di ogni nazione, poi il Presidente dovrà appuntare l'immagine del mio Cuore su ciascuno degli stendardi presenti. Quindi, il signor Poincaré e tutti i re alleati, alla testa del loro paese, ordineranno ufficialmente che il Sacro Cuore sia dipinto sulle bandiere di ogni reggimento francese e alleato. Tutti i soldati devono essere coperti da questo distintivo di saluto”.

È chiaro qui che si tratta proprio di stabilire il Regno Sociale del Sacro Cuore, non solo in Francia, ma in Europa e nel mondo intero. È la Francia che è al centro di questo progetto di restaurazione del Regno di Dio, come sarà chiaramente ripetuto e insegnato da Gesù Cristo a Marie-Julie Jahenny, a suor Marie du Christ-Roi e ad Agnès-Marie. La Francia è infatti la figlia maggiore del Sacro Cuore e la figlia maggiore della Chiesa. Lei è il Regno-Cuore, il centro del Regno Sociale di Gesù Cristo.

 

Con l'autorizzazione del suo parroco, del suo vescovo e di una commissione di teologi che la esaminarono, Chiara inviò la sua lettera il 1° gennaio 1917:

“Secoli fa, il Sacro Cuore disse alla Beata Margherita Maria: “Desidero che il mio Cuore sia dipinto sulla bandiera nazionale e farò vincere i francesi su tutti i loro nemici”. Dio sembra aver detto queste parole per i nostri tempi attuali. È giunta l'ora in cui il suo Cuore deve regnare, nonostante tutti gli ostacoli.

… La guerra è una punizione del Cielo. Dio non ha più posto in Francia. Lui solo è il Sovrano Maestro di tutto ciò che esiste. Verrà un giorno in cui farà esplodere il suo potere e tutti questi pregiudizi di questi studiosi di oggi si sgretoleranno in cenere come un fuoco nella padella. Ufficialmente, devi quindi adorare il Signore Dio tuo, lo riconoscerai, senza vigliaccheria, senza rispetto umano.

… Avrai prima la salvezza, se rinunci a questa vita di lotta contro la religione. Tu sei il leader, detieni la chiave del governo. Sta dunque a voi seguire la retta via che è la civiltà cristiana, fonte di ogni morale. Devi dare il buon esempio combattendo contro la Massoneria”.

 

La lettera è stata trasmessa al presidente Poincaré dal deputato della Vandea e conteneva dettagli che toccavano la vita personale del presidente, per convincerlo più facilmente. Il presidente ricevette Claire Ferchaud il 21 marzo 1917 all'Eliseo. Ha combattuto come un cavaliere per tutta la durata dell'intervista, ma il presidente non ha dato seguito: è rimasto soggetto ai poteri che gli hanno dato la sua posizione e l'ha governata.

 

Nel 1918 la guerra finì definitivamente, grazie agli ufficiali generali che apposero il Sacro Cuore sulla bandiera del loro esercito e sul petto dei loro soldati e che, come il Maresciallo Foch, recitarono quotidianamente il Rosario. Il Trattato di Versailles è stato firmato. Si è instaurata una falsa pace, in un'Europa incruenta. In questo contesto, Papa Pio XI pubblica una grande Enciclica e afferma che solo l'annuncio della Regalità Sociale di Gesù Cristo e il fatto di rimettere Dio al primo posto nelle nostre società e al vertice dei nostri Stati può permettere di stabilire una pace duratura, mentre i padroni del mondo propongono una Lega delle Nazioni (senza Dio) e già si preparano alla seconda guerra mondiale.

 

Capitolo 6; Enciclica Quas Primas dell'11 dicembre 1925, di Papa Pio XI:

Dell'istituzione di una festa di Cristo Re: «Chi per primo? - Estratti

 

«Nella nostra prima enciclica proclamavamo apertamente due cose: una, che questo straripamento di male sull'universo veniva dal fatto che la maggior parte degli uomini aveva tolto Gesù Cristo e la sua santissima legge dalle abitudini della loro vita individuale anche se della loro famiglia vita e la loro vita pubblica; l'altro, che mai poté brillare una ferma speranza di pace duratura tra i popoli finché gli individui e le nazioni si rifiutarono di riconoscere e proclamare la sovranità del nostro Salvatore. Per questo, dopo aver affermato che era necessario cercare la pace di Cristo mediante il regno di Cristo, abbiamo dichiarato la Nostra intenzione di lavorare per essa con tutte le nostre forze; per il regno di Cristo, dicevamo, perché, per restaurare e consolidare la pace, non vedevamo mezzo più efficace che restaurare la sovranità di Nostro Signore (…)”

 

… “Sarebbe un grossolano errore negare al Cristo-Uomo la sovranità sulle cose temporali, qualunque esse siano; Tiene dal Padre un diritto assoluto sulle creature, permettendogli di disporre di tutte queste creature a suo piacimento» (pag. 6).

 

"Esclusi Dio e Gesù Cristo dalla legislazione e dalla cosa pubblica, e avendo l'autorità non più originata da Dio ma dagli uomini, avvenne che le basi stesse dell'autorità furono rovesciate quando la ragione fondamentale del diritto di comandare per alcuni, la dovere di obbedire per gli altri. Seguì ineluttabilmente uno scuotimento dell'intera società umana, ormai priva di solidi sostegni e sostegni (33)" .

Se gli uomini riconoscessero l'autorità regale di Cristo nella loro vita privata e pubblica, benefici incredibili - giusta libertà, ordine e tranquillità, concordia e pace - si diffonderebbero infallibilmente nell'intera società.

Attribuendo un carattere sacro all'autorità dei principi e dei capi di stato, la dignità regale di Nostro Signore nobilita nello stesso tempo i doveri e la sottomissione dei cittadini (...)

Se i principi e i governanti legittimamente eletti fossero convinti di comandare molto meno in nome proprio che in nome e in luogo del Re divino, è ovvio che userebbero la loro autorità con tutta la virtù e la saggezza possibili. Nell'elaborazione e nell'applicazione delle leggi, quale attenzione non darebbero al bene comune e alla dignità umana dei loro sottoposti! (...)

Affinché la società cristiana possa approfittare e conservare tutti questi preziosi vantaggi, è necessario far conoscere il più possibile la dottrina della dignità regale del nostro Salvatore. Ora, nessun mezzo sembra migliore per assicurare questo risultato che l'istituzione di una festa propria e speciale in onore di Cristo Re.

L'ormai annuale festa di Cristo Re Ci dà la più viva speranza di affrettare il tanto auspicato ritorno dell'umanità al suo affezionatissimo Salvatore. Sarebbe certamente dovere dei cattolici preparare e affrettare questo ritorno con un'azione diligente; ma accade che molti di loro non possiedano il rango o l'autorità nella società che si addice agli apologeti della verità. Forse dobbiamo attribuire questo svantaggio all'indolenza o alla timidezza dei buoni; si astengono dal resistere o lo fanno solo debolmente; gli avversari della Chiesa ne traggono inevitabilmente un aumento di pretese e di audacia. Ma il giorno in cui tutti i fedeli comprenderanno che devono combattere valorosamente e instancabilmente, sotto i vessilli di Cristo Re, il fuoco dell'apostolato accenderà i cuori, tutti si adopereranno per riconciliare con il loro Signore le anime che lo ignorano o che l'abbiano abbandonato, tutti si adopereranno per mantenerne inviolati i diritti.

Ma c'è di più. Una festa celebrata ogni anno tra tutti i popoli in onore di Cristo Re sarà sommamente efficace per incriminare e in qualche modo riparare questa pubblica apostasia, così disastrosa per la società, che il secolarismo ha generato. Nelle conferenze internazionali e nei Parlamenti si copre con un pesante silenzio il dolcissimo nome del nostro Redentore; quanto più indegna è questa condotta e quanto più alte devono salire le nostre acclamazioni, tanto più deve essere propagata la dichiarazione dei diritti conferiti a Cristo dalla sua dignità e autorità regale...

 

Perciò, in forza della Nostra autorità apostolica, istituiamo la festa di Nostro Signore Gesù Cristo Re.

Ordiniamo che sia celebrata in tutto il mondo, ogni anno, l'ultima domenica di ottobre, cioè quella che precede immediatamente la solennità di Tutti i Santi. Prescriviamo inoltre che ogni anno, in questo stesso giorno, rinnoviamo la consacrazione del genere umano al Sacro Cuore di Gesù, consacrazione il cui rinnovamento annuale aveva già ordinato il Nostro Predecessore Pio X, di santa memoria (...)

 

Gli Stati, a loro volta, apprenderanno dalla celebrazione annuale di questa festa che i governanti e i magistrati hanno l'obbligo, così come i singoli, di rendere a Cristo un culto pubblico e di obbedire alle sue leggi. I responsabili della società civile ricorderanno, da parte loro, il giudizio finale, dove Cristo accuserà coloro che lo hanno espulso dalla vita pubblica, ma anche coloro che lo hanno sdegnosamente messo da parte o ignorato, e puniranno tali oltraggi con i castighi più terribili ; poiché la sua dignità regale esige che l'intero Stato sia retto dai comandamenti di Dio e dai principi cristiani nell'istituzione delle leggi, nell'amministrazione della giustizia, nella formazione intellettuale e morale della gioventù, la quale deve rispettare la sana dottrina e la purezza dei costumi.

Chapitre 7: Soeur Marie du Christ-Roi (1926 - 1968):

 

Olive Danzé est née le 27 mars 1906 à Plogoff dans le Finistère. Elle reçoit les visites de Jésus-enfant à partir de l’âge de 8 ans. Jésus l’accompagne dans toutes les activités de sa vie quotidienne et Il lui parle.

Un jour, Olive fait un rêve dans lequel la Très Sainte Vierge Marie lui dit :

« C’est ici que tu viendras. C’est moi qui ai le pouvoir dans cette maison et ici on vient pour réparer et consoler mon Divin Fils que tu vois là-bas caché… voilà une victime expiatrice. Tu seras réparatrice des outrages faits à mon Fils qui est Roi. Tu feras aimer sa Royauté et tu le feras régner ».

A 14 ans, le jour du Jeudi Saint, la Sainte Vierge lui apparaît pour lui dire qu’elle doit aller dans le monastère des Bénédictines du Saint Sacrement, situé 16 rue Tournefort à Paris, pour être réparatrice et consolatrice de son Jésus.

Olive Danzé quitte Plogoff le 13 août 1926 et arrive au monastère désigné. Elle transmets un message de Jésus aux sœurs responsables du monastère:

Ici, « Jésus veut élever un trône sous le symbole d’un temple consacré à son vocable : Christ-Roi, Prince de la Paix, Maître des Nations ».

La mission de Soeur Olive est donc de proclamer la Royauté du Christ-Roi et de lui bâtir un sanctuaire. Jésus l’appelle parfois Sancta Oliva Galliae : Sainte Olive de la Gaule. La proclamation de la Royauté du Christ devait être préparée par l’oeuvre de la réparation et de l’expiation, donc par la mission des bénédictines du Très Saint-Sacrement.

 

APPROBATION DE L’ÉGLISE :

 

Il est très important de noter que le Cardinal Dubois, Archevêque de Paris de 1920 à 1929 a examiné et approuvé le projet de construction du sanctuaire. Il a permis de solliciter les fidèles du monde entier pour recueillir les fonds nécessaires. Le Révérend Père Matéo, grand apôtre du Sacré-Coeur, a aidé le Cardinal Dubois sur ce projet et dans la direction spirituelle de sœur Marie du Christ-Roi. Les 3 Archevêques de Paris suivants ont également soutenu le projet : le Cardinal Verdier (1929 – 1940), le Cardinal Suhard (1940 – 1949) et le Cardinal Feltin (1949 – 1966). Par l’autorité diocésaine locale, l’Église a validé de fait l’authenticité de la révélation privée reçue par sœur Marie du Christ-Roi à partir de 1926.

Le 14 novembre 1953, le Saint Père, le Pape Pie XII, a reçu sœur Marie du Christ-Roi et les supérieures du monastère en audience à Castelgandolfo.

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Le 25 juin 1927, Jésus dit :

« Mon œuvre, c’est que mes enfants et toutes les nations M’adorent dans la Sainte Eucharistie, que je sois le Roi vivant dans le Saint Tabernacle.

Mon œuvre, c’est encore que toutes les nations connaissent que Je suis le Roi de la Paix, Maître des nations, Maître de tous mes enfants.

Mon œuvre, c’est que mon Coeur soit connu par toute la terre.

Mon œuvre, c’est que ma chapelle soit bâtie sans tarder. Je donne deux années entières pour bâtir mon Trône Royal. Mais ce Trône, où mon palais sera fondé l’année à venir, le lendemain de ma fête du Christ-Roi, il y aura de quoi pour finir la chapelle.

Au moment où l’image de mon Coeur sera faite, Je veux que l’on grave ces paroles en dessous :

 

« Adorons le Coeur de Jésus

Christ-Roi,

Prince de la Paix,

Maître des nations».

 

Demande que mon Coeur soit aimé, connu, adoré et respecté. Demande que mes commandements soient gardés, que mon Nom soit glorifié et ma Royauté honorée et respectée, que toutes les nations M’obéissent et Me prennent pour leur vrai Roi du Ciel et de la terre. Que tout genou fléchisse à mon Nom « Jésus-Christ-Roi » sur tout l’univers entier (Référence à la Bible : Esaïe 45-23 et Romains 14:11).

Par toi, la France sera sauvée ».

 

Le 7 juillet 1927, Jésus dit :

« Je veux la chère France pour mon Coeur. Je suis Roi de France avec toutes les autres nations. Je veux que cette chère France se consacre à mon Divin Coeur, que toutes les âmes M’aiment, Me connaissent pour leur vrai Roi ».

Il est important de noter qu’en 1927, Jésus-Christ répète les demandes qu’Il a faites à Paray le Monial par l’intermédiaire de Sainte Marguerite-Marie Alacocque. Ceux qui prétendent que ces demandes ne concernaient que le roi Louis XIV sont dans l’erreur. Elles concernent en fait tous les chefs d’État français depuis Louis XIV, en passant par Henri Poincaré (Claire Ferchaud, Loublande, 1917), jusqu’à nos dirigeants actuels : elles sont toujours valides, elles sont perpétuelles, jusqu’à leur pleine réalisation.

Jésus a sollicité les fidèles catholiques de nombreuses nations, lançant un appel aux dons par le biais de sœur Marie du Christ-Roi : la souscription a été internationale. Parmi les donateurs, la première place revient à l’Irlande et à son président M. de Valera.

Le temple à construire a pour vocation d’attirer la bénédiction du Christ et ses grâces. Jésus dit le 22 avril 1928 :

« Lorsque mon œuvre sera aimée plus qu’elle n’est aimée, les âmes trouveront grâce ; lorsque ma Royauté sera acceptée et respectée, les nations trouveront la paix».

1928, soit 9 ans après la première guerre mondiale, 11 ans avant la seconde, 3 ans après l’encyclique du Pape Pie XI qui exprime avec force que seule la proclamation de la Royauté sociale du Christ et son rétablissement à la tête de nos sociétés peut permettre d’établir une paix durable.

En mai 1928, la petite sœur Olive reçoit son nom de la part de Jésus : « sœur Maria Christi-Regis », en français : sœur Marie du Christ-Roi.

 

Le 31 juillet 1928, Jésus précise :

« Je suis le Vrai Dieu, le Fils de l’Homme, le Juge, le Roi des rois qui réclame cette œuvre sainte (...)

Je demande dans ce diocèse une œuvre, et cette œuvre est de faire connaître partout ma Royauté, à toutes les nations. Si cela n’est pas accordé, ma paix ne sera pas donnée et les âmes ne recevront jamais ma paix et mes grâces promises. Il faut les mériter et le mérite, c’est de donner ce qui convient pour mon œuvre. Cette ville (Paris) est aimée de mon Coeur, mais cette ville pèche contre mon Coeur, cette ville blasphème, me renie et me vole. Comme réparation, je leur demande de faire connaître ma royauté.

Oui, c’est là que mon œuvre sera vraiment connue et que les âmes aideront. Il faut que ce soit national. Je le veux sous peine de châtiment. L’Église n’aura pas de paix, si ma volonté n’est pas faite. Les âmes se révolteront de plus en plus, les châtiments seront donnés aux uns et aux autres, le désordre, le deuil, la mort, le sang couleront comme le ruisseau.

 

Le 30 août 1928, Jésus proclame :

« Je ne demanderai plus d’oeuvre, celle-ci est la dernière ; ma royauté est au-dessus de toute gloire, ma Royauté sera annoncée aux pays de toutes les nations. Les âmes viendront et Me glorifieront et adoreront ma Royauté ».

 

Ce même jour, à Montmartre, le Sacré-Coeur de Jésus dit à Soeur Marie du Christ-Roi :

 

« Mon enfant, voici de nouveau mon Coeur tout ouvert pour toutes les nations, pour recevoir toutes les âmes qui voudront me reconnaître pour leur vrai Roi, leur Sauveur, leur Dieu..

 

Oui, mon enfant, mon Coeur est souvent contristé à cause des âmes incrédules et lâches. Je souffre de la part des hommes, la foi est faible parmi les nations, la charité est déformée, le désordre est occasionné et donné tous les jours dans la Sainte Église; il y a peu d'âmes qui gardent mes commandements, mes lois ; il y en a peu aussi qui croient à ma miséricorde, à mon Amour et ma Royauté. Mon Coeur a été aimé au temps et au siècle passé. Il est de nouveau méprisé, méconnu, oublié. C'est pourquoi, toi, tu parleras de nouveau de mon Coeur de Roi, de Prince, de Père ; mais aussi Je suis Juge de l'union de toutes les nations. Je suis aussi le Juge des nations. Je répandrai mes grâces sur toutes les âmes qui fléchiront le genou devant ma Grandeur, ma Puissance, ma Royauté, mais Je punirai les âmes qui détourneront leur face de ma Grandeur, de ma présence réelle dans la Sainte Eucharistie. Il y a des âmes qui parlent ainsi en ma présence : «Si tu es là, montre-toi», mais Je reste muet et sourd à leur voix, Je veux éprouver leur foi et leur amour, et la confiance en mes paroles lorsque J'ai institué la Sainte Eucharistie. Ils diront les mêmes paroles que les barbares ont criées lorsque J'étais pour aller au calvaire : «Crucifiez-Le, nous ne voulons pas de Lui, Il est coupable». Ah ! Malheur aux âmes qui diront comme ces barbares : «Je ne le connais pas comme Roi, Il n'est pas Roi, Il ne le mérite pas !». Ah ! Malheur encore plus à ces âmes malheureuses qui me renieront et renieront ma Royauté, ma Grandeur ; ces âmes seront châtiées par des fléaux, des châtiments. Là, elles verront mon Pouvoir plus clairement, ma Puissance, ma Justice, ma Colère Divine.

Mon enfant, prie pour ces âmes ; prie pour ta belle patrie, prie pour toutes les nations, pour que les âmes acceptent au milieu d'elles ma Royauté. Je suis l'Unique Roi, Je suis la Paix, Je suis miséricordieux; mon Amour réchauffera les âmes et les nations s'entendront ensemble si ma Royauté est acceptée, aimée et glorifiée.

Il y a des âmes qui cherchent à détruire le christianisme, l’Église et les âmes consacrées à mon œuvre.

Mon enfant, tu diras en mon Nom, que si ma voix n'est pas écoutée, on verra les âmes en révolution : oeil pour oeil, sang pour sang, vie pour vie, nation contre nation, le désordre dans l’Église, les âmes qui me sont consacrées chassées, souffrant persécution. Je suis venu à la fin des temps demander aux âmes de toutes les nations de venir s'agenouiller devant ma Royauté, de connaître mon Coeur miséricordieux pour les âmes, afin que chacune demande grâce et miséricorde à mon Divin Coeur, avant la fin de ce monde. Je veux sauver les âmes. Je suis le Dieu Sauveur, mais Je laisse les âmes dans une large liberté. Les âmes infidèles à ma grâce sont nombreuses. Il n'y a pas de faute plus grave que le manque de fidélité à ma grâce, cela amène des choses graves. Mon enfant, prie pour les âmes infidèles, prie pour les âmes consacrées à mon service, prie pour mon oeuvre. Voici que Je suis venu au dernier temps, avant la fin du monde, réclamer des nations leur amour, leur générosité pour mon Coeur de Roi, de Prince et de Maître.

 

Il n'y a plus d'oeuvre à faire après ma Royauté,

tout est complet,

ma Royauté complétera ma Gloire.

 

J'ai choisi une légion d'enfants pour me faire connaître aux hommes. Ces âmes innocentes sont élues dans mon Royaume, mais voici que Je ne garde plus qu'une petite âme ; le dernier de la légion d'enfants reste ici-bas pour faire connaître ma Royauté et réchauffer mon Amour parmi les hommes déjà refroidi en ce siècle obscur et vide. Oui, dis de nouveau combien Je suis bon, combien mon Amour est infini pour les âmes rachetées par mes souffrances et mon Amour. Cette âme choisie dans l'innocence fera connaître ma Royauté, ma Beauté, ma Bonté, ma Miséricorde, ma Puissance, ma Justice, mon Amour. Je veux régner. Je régnerai à travers toutes les nations. Je terrasserai par des fléaux les méchants, les âmes critiques, les blasphémateurs, les profanateurs, les menteurs, les joueurs. Oui, mon enfant, Je régnerai, Je serai le Dieu Vainqueur. Toutes les nations me seront soumises.

 

J'ai à ma droite ces légions d'enfants qui chantent mes louanges pour ma gloire. J'ai ici-bas un guerrier vaillant qui marche chaque jour sur la barque du Roi ; ce petit chevalier est agréable à son Roi, oui, mon enfant, c'est toi. Mon enfant, prie pour cette ville, qu'elle soit sauvée et que ma Volonté soit faite. Si ma Volonté est faite, la ville sera sauvée (Paris), mais si les âmes sont rebelles, la ville sera détruite.

Cette ville a été sauvée et délivrée de la famine par une âme d'élite. Toi, innocente, tu délivreras à ton tour la ville de ton Roi ».

 

En 1929, Jésus dit :

« Mon palais s’élèvera par l’immolation de mes épouses et de toi, ma petite innocente. L’accomplissement de la Royauté de mon Père sera le salut du genre humain. Ma miséricorde, ma Bonté, mon Amour, ma Paix, mes lumières, mes grâces seront répandues sur toutes les âmes qui se prosterneront face contre terre devant ma Grandeur, ma Royauté. Mais pour obtenir cela, il faut pour toi la souffrance, l’épreuve, l’exil et pour mes épouses le glaive de te voir dans la torture ».

 

Soeur Marie du Christ-Roi a été persécutée pendant toute sa vie, jusqu’à sa mort en 1968. Le temple du Christ-Roi a été construit et consacré en 1956, mais il a été détruit en 1976 pour permettre la construction d’un immeuble d’habitation, à l’instigation des ennemis multiséculaires du Christ et de sa Royauté : les francs-maçons.

Ce temple du Christ-Roi sera reconstruit un jour, après les grandes tribulations, par celui que Jésus-Christ se sera choisi comme lieutenant pour gouverner la France et, à travers elle, le Royaume de Dieu sur terre : le Règne social de Jésus-Christ. Ce temps du rétablissement d’un roi très chrétien en France est proche. Il sera le Grand Monarque, annoncé par des centaines de prophéties.

 

Marie-Julie Jahenny avait reçu un message le 21 septembre 1880 :

« Dans ce centre (Paris) qui sera renouvelé et rebâti comme une nouvelle Jérusalem, cette demeure deviendra la maison de Dieu et, par ordre de sa Majesté, le roi de France, trois Croix y seront plantées ».

 

Pour préparer ce temps du roi de France et des rois catholiques des nations alliées, la mission de messagère du Christ-Roi est passée de sœur Marie du Christ-Roi à une femme catholique française à partir de 1999 : Agnès-Marie.

 

Pour conclure ce chapitre, donnons la parole à Soeur Marie du Christ-Roi :

 

« Que de purs innocents souffrent par la faute des chefs qui ne sont pas animés de la vraie foi, de la divine charité, de l’amour ardent et inébranlable envers le Christ-Roi et Maître des Nations. Il ne faut pas croire que l’amour du Christ-Roi est une dévotion, non, mais une véritable soumission devant Sa législation souveraine. C’est un devoir à tous, chrétiens, de s’agenouiller et de se prosterner, de crier à haute voix en face des assemblées, son opinion selon son âme face à son Dieu, à son Roi, ces paroles : « O mon Roi et mon Dieu, je Vous adore, je reconnais Votre souveraineté en face du ciel et de la terre, Votre pouvoir est absolu, divin autant que temporel et Votre Règne éternel. Toutes les nations Vous appartiennent, nos coeurs seront Votre trône, nos âmes Votre gloire, nos vies Vous sont soumises et notre mort unie à Votre sacrifice et notre Résurrection dans Votre vie qui est immortelle. O Christ-Roi, Unique Maître et Unique Souverain, inébranlable royaume, Vous serez toujours dans les siècles le Roi Éternel. Notre espérance est entre Vos mains, Vous seul O Christ-Roi, Rois des rois, Vous seul pouvez nous sauver. Vous qui êtes celui qui est la vraie paix et qui s’est révélé à la Sainte Église Catholique ».

Source de ce chapitre: « La Messagère du Christ-Roi, sœur Olive », par Henri-Pierre Bourcier, Editions Résiac.

 

Chapitre 8: Les messages du Christ-Roi à Agnès-Marie : Joie de Dieu, 1999 – 2011

Le 14 février 2009, Jésus dit à Agnès-Marie :

 

« Je t’invite sur le sol d'Irlande, ne refuse pas Mon invitation et va vers Mes enfants. L’Irlande est une des sœurs catholiques de la France dont Je t'avais parlé. Mon autre messagère de Mon roi, sœur Olive du Christ-Roi est aussi allée en Irlande. Les Irlandais ont fait beaucoup pour Mon sanctuaire du Christ-Roi qui sera rebâti aux jours de ma Justice».

 

Agnès-Marie est une épouse et mère de famille catholique et française à qui Notre Seigneur s’est adressé à partir de mai 1999 pour lui donner des messages spécifiquement consacrés à sa Royauté sociale, en vue de la réalisation concrète, politique et institutionnelle, du Royaume de Dieu sur la Terre et de la restauration de la Chrétienté. Cette mission est donc la parfaite continuation de celle de sœur Marguerite-Marie Alacocque et de sœur Marie du Christ-Roi (Olive Danzé) et a pour but l’établissement du Règne social du Christ-Roi. Trois livres de messages ont été publiés sous le titre « Joie de Dieu » et sont disponibles aux Éditions Résiac (taper la référence des livres sur le site www.resiac.fr) :

- Tome 1 : messages de 1999 à 2000 : référence 011483

- Tome 2 : messages de 2003 à 2008 : référence 011582

- Tome 3 : messages de 2009 à 2011 : référence 011606

 

Voici quelques messages clé :

 

30 janvier 2000

Je te bénis, Mon agneau, viens recevoir Mon pain dans ton cœur, afin d'être fortifiée pour la vie éternelle. Merci de Me consacrer ce temps et d'écrire pour que tes frères reçoivent Ma Parole de vie en eux, déjà en méditant ces messages qui contiennent toutes les grâces que Je veux dispenser à cette Terre qui est la Mienne. A travers Mes écrits, vous pouvez recevoir des grâces de conversion et de guérison du cœur, des grâces de force et de persévérance joyeuse dans l'espérance de Mon retour glorieux, et toutes les grâces dont vous avez besoin. En dictant ce livre, vous êtes, vous lecteurs, tous dans Ma Pensée, et Je donne à chacun ce dont il a besoin pour s'abandonner à Mon amour. Beaucoup se sentiront réveillés d'un long et profond sommeil, et ramenés à la vie par la seule lecture, méditée avec le cœur, de ces lignes que Je trace avec Ma fidèle servante.

Oui, vraiment, chaque âme est précieuse à Mes yeux, car J'ai assisté à sa formation dans le sein de Mon Père, puis à sa naissance terrestre. Et chaque jour Je suis à côté de chacun, le regardant amoureusement et attendant son amour afin qu'il devienne ce pour quoi il a été créé: un saint adorateur du Seigneur, un saint apôtre de son temps, un saint consolateur de ses frères, un saint ami de Jésus, un saint fils de Marie. Pour cela, il suffit de s'abandonner à la douceur de la direction divine, à l'amour de Dieu. C'est tout. Remettez votre esprit entre Mes mains, sans attendre la mort, et déjà, dès ici-bas, vous serez dans le Royaume, et enfin le royaume terrestre sera la fidèle transposition du Royaume céleste, et "il y aura une nouvelle Terre et des Cieux nouveaux". Parole du Seigneur!

Aujourd'hui J'appelle à la conversion, à la confiance en Dieu, au reniement du mal et de Satan. J'appelle à œuvrer pour le Royaume. Il y a 2000 ans, certains voulaient Me donner la royauté terrestre, mais Je savais que cela ne serait possible qu'après l'épreuve amoureuse de la Croix, qu'après la Résurrection et la Rédemption du monde par Mon sacrifice saint, qu'après la royauté céleste donnée par Mon Père. Or, voici le temps d'assumer cette royauté terrestre et si peu veulent Me la donner! C'est pourquoi, pour ne pas vous bousculer trop, avant de prendre possession de Ma Terre royale, Je veux la confier à un homme: le grand roi promis par toutes les prophéties. Il sera roi pour Moi, par Moi et avec Moi. Il fera la transition entre ces générations régicides et celle qui M'adorera dans Ma Gloire lors de Mon retour sur Ma Terre afin d'y être établi Roi éternel et incontesté.

Le temps de Mon roi sera un temps d'"inter-règne" entre celui de Satan que vous subissez et qui est près de vous broyer, et celui de Dieu par Ma Personne trinitaire. Car si Je suis Roi de la Terre, la Trinité entière est votre suzeraine. Ce que J'appelle l' "interrègne", pour Me faire comprendre, est ce que Je nomme la réédification du monde dans la révélation de Manduria. Cette réédification consiste à établir sur la surface de la Terre le royaume qui sera transfiguré par Ma venue corporelle afin d'être conformé au Royaume. J'aurai réuni en Moi la Terre et le Ciel afin de pouvoir offrir cette Terre de la rébellion et de la Croix à Mon Père, pour qu'll soit glorifié en elle et Moi en Lui. J'aurai transformé, avec chacune de vos âmes aimantes, cette Terre conquise par Satan en un cadeau digne de paraître devant la Face de Dieu, car entièrement purifiée de son péché. Alors Je vous appelle à aider votre roi pour qu'avec vous et avec Moi, la Volonté de Mon Père soit faite.

Chaque créature issue de l'amour du Père émane de Lui avec sa liberté, et est expulsée du sein de Dieu pour une vie, qui, dans sa liberté, choisit de revenir en Dieu. Alors le Père peut se glorifier en elle. Cette vie un peu plus loin du Père sert à faire l'exercice de la liberté et le choix volontaire du retour dans l'amour du Père. Du Bellay, dans un autre domaine, a bien exprimé cette nécessité dans son poème:

"Heureux qui comme Ulysse a fait un long voyage et s'en revient plein d'usage et raison vivre entre ses parents le reste de son âge".

Le "donné" devient "choisi", voilà la justification du chemin de Croix de la vie. Être Fils du Père M'a été donné, par la Croix J'ai confirmé Mon propre choix et affirmé Ma volonté de faire celle de Mon Père qui est d'être Son Fils. Il en est ainsi de chacun. Malheureusement, votre capacité à faire ce choix a été dénaturée par l'irruption de Satan dans l'histoire humaine. Je viens donc rétablir l'équilibre au jour de Ma Justice qui vient. J'ôterai le péché de la surface de la Terre, afin que votre choix puisse se faire sans interférence. Ce choix, c'est l'acceptation de la Volonté de Dieu, c'est l'abandon que Je vous conseille. Il n'y a pas d'autre chemin. Je suis Moi-même "la pierre rejetée par les bâtisseurs". J'ai vécu cet abandon dans Ma chair de façon douloureuse. J'ai expérimenté l'angoisse de l'abandon pour sanctifier l'abandon et en faire un chemin vers le Père. J'ai "retourné" le sens de ce sentiment d'abandon: au lieu de signifier solitude, il signifie: chemin vers le Père. J'incarne cet abandon, cette confiance dans le Père, c'est pourquoi Je suis le chemin. Plus vous êtes abandonnés des hommes, plus vous êtes proches de Dieu, car "ce qui est folie aux yeux des hommes est sagesse aux yeux de Dieu". C'est pourquoi Je vous dis de ne pas craindre d'aider ce roi qui va se lever en Mon Nom et que J'établirai sur l'humanité, de manière éclatante, afin que nul ne conteste la royauté que Je lui confère. Aujourd'hui, dans votre société, c'est folie aux yeux des hommes que de parler de roi de droit divin, mais c'est vraiment sagesse aux yeux de Dieu. Je vous dis: suivez-le car il vous conduit à Moi. Je le guide pour qu'il vous guide. Je le soutiens pour qu'il vous soutienne dans votre volonté du choix divin. Ce choix de la Volonté divine, par une parfaite intégration de la liberté humaine et une parfaite acceptation de la vie terrestre, reste le combat spirituel essentiel pour parvenir au Père. Le symbole du combat spirituel, c'est Ma Croix. Voilà pourquoi Je veux qu'elle figure sur le drapeau royal, comme dans le logo de l'association, comme sur la couverture de ce livre. J'établis volontairement un lien entre ce livre, l'association qui en découle ("Mouvement pour un renouveau chrétien") et l'emblème futur de la royauté. Ma Croix a toujours été "objet de scandale", "folie aux yeux des hommes"! Et c'est bien ce que sera dans un premier temps ce livre, cette association et plus encore l'annonce du retour de la royauté divine dans ce pays! Qu'importe pour vous, puisque telle est la Volonté du Père! Qu'importe le scandale, puisque vous avez la vérité qui rend libre! Qu'importe la moquerie, puisqu'au jour du Seigneur vous serez justifiés. Qu'importent toutes les fourberies, puisque vous aurez la Joie du Royaume pour cette édification du royaume, et que nul ne pourra vous nuire! Paul vous invite à "revêtir le Christ". Je vous appelle à revêtir la Croix du Christ, et si cela vous rappelle les croisés, c'est que vous avez tout compris. Parole du Seigneur. Amen.

Jésus-Christ

Mercredi 10 mars 2004

- Paix, Je sais la lourdeur de noirceur de la chape de plomb qui couvre votre monde et pèse sur vos épaules. Je sais, te dis-Je, car J’ai porté ce poids, pour vous, au Golgotha et sur le bois de la Croix. Toi, tu sais que ce monde va basculer, bousculant toute haine et noirceur d’âme. Tu sais et tu souffres. Le grand combat des fils des ténèbres contre les fils de la Lumière approche. Le bruit des armes que l’on fourbit s’entend déjà de-ci, de-là. Prêtez l’oreille à ces bruits et préparez-vous car plus rapide que l’éclair, l’assaut fondra sur vous. Que font vos gouvernements dans cette préparation au combat décisif ? Ils atermoient, ils balancent, ils hésitent, à l’heure où il faudrait être ferme et tranchant. Toute autorité nationale sera bientôt bafouée sur votre sol et la quasi-totalité des instances bien-pensantes de votre pays apostat applaudira à tout rompre. Vous continuez à refuser Ma Croix et Mon Sacré-Cœur, vous aurez le sang de l’Agneau. Et vous aurez la peste et la peur, la guerre et l’effroi. Ma Terre tremblera car vos cœurs n’ont plus la sainte crainte de dieu. Des terres rompront leurs amarres comme vos cœurs ont rompu les leurs. Oui, vos cœurs amarrés à Mon Cœur, Le refusent, et larguent leurs amarres, ainsi de Ma Terre et de ses habitants. Cette petite âme qui transmet Ma Parole n’aime pas entendre Mon Courroux, et il ne s’adresse pas à elle pourtant. Que ne tremblent ceux qui se lèvent contre Mon Cœur et Son Droit sur votre nation ! Oui, J’ai un Droit de Royauté sur votre nation et Je le revendiquerai à travers Mes enfants restés fidèles.

Fils et filles de France, que soit fait à nouveau un vœu national, en faveur du Christ-Roi. Encore et encore, Je veux faire alliance avec ce pays. Oui, Je parle d’un grand mouvement de redressement de la France, des fondations à l’éclosion de la grâce à travers ses filles et ses fils. Que le vœu national s’accompagne d’une nouvelle constitution conforme à Mes commandements de toujours et à la fidélité vis-à-vis de votre Dieu, Père Créateur. Qu’enfin ce beau pays de France rayonne Ma vraie Lumière et non les lumières si éphémères d’un siècle athée qui n’a ébloui que les âmes enténébrées. Hauts les cœurs, amis, ne baissez ni la tête ni les bras devant l’état de désastre désormais visible dans lequel se trouve votre pays. Ayez foi ! Votre nombre est dérisoire, vos forces encore plus ? Que votre esprit jubile en Dieu votre Sauveur car Saint Michel, le Chef du grand combat descend vous aider avec ses légions angéliques. Que la noirceur du ciel ne vous cache pas le soleil de Justice ! Son éclat traversera la masse nuageuse la plus dense : l’homme ne peut rien face à la Splendeur de Dieu. Ce que la main ne peut plus faire étant déjà liée, l’Esprit peut le faire.

Fils et fille de France, refusez de vous laisser anéantir. Ne cédez pas à la facilité qui consiste à se désintéresser des problèmes puisque «de toute façon, on n' y peut rien». Votre Dieu vous dit: «Vous pouvez tout, avec Moi». Ne laissez pas vos «grands» ‒ en Vérité, ils sont plus petits que vous dans la Main de Dieu – décider de votre destin à votre place. Ne laissez pas les chiens aboyer sans réagir: ils ne vous mordront pas. Que la voix de Mes enfants s’élève par-dessus le fracas médiatique. Chassez les marchands du temple, poursuivez les impies, que la Vérité se fasse aux yeux de tous. Ma colère mettra à nu leurs âmes mesquines et perverses et Ma Justice confondra les traîtres. Ils ont conduit votre pays à l’asphyxie, encore un peu et le gouffre dans lequel ils vous poussent vous aspirera.

Il semble qu’une ouate chloroformée ait endormi tous les esprits! Vous, au moins, priez et agissez afin de ne pas vous laisser endormir. Ne soyez pas dupes, ne soyez pas naïfs, ne confondez pas sentimentalisme et Charité, belles paroles et Vérité, gestes ostensibles faits pour la foule et action véritable, fausse paix et Sagesse, projets humains et Plan de Dieu. L’adversaire joue sa dernière carte, il brûle ses dernières singeries, jette tous ses feux dans la bataille. Ne soyez pas aveugles. N’acceptez plus les promesses non tenues, la Vérité doit éclater. Et Je vous le dis, si la recherche de la Vérité et de la Fidélité doit déclencher le grand combat, n’en ayez pas peur. Il n’est plus le temps des atermoiements et des compromissions. Voici le temps de faire triompher la Vérité.

Fils et filles de France lancez-vous dans la bataille pour votre Dieu, corps et âme, portez haut les couleurs de Mon Sacré-Cœur. Saint Michel et ses cohortes vous rallieront au cri de Ma Mère: FIAT! L’archange de la grande bataille de ce temps est déjà à genoux au pied de Son Seigneur, attendant Son ordre: Fiat! Toutes ses légions prêtent serment d’un seul cœur à la Vérité. Le Ciel s’entrouvre pour les laisser passer, ces fiers cavaliers. La France a un sursaut lorsqu’ils s’abattent sur son sol telle une nuée. Le martèlement des sabots de leurs chevaux fait frémir l’air et jaillir l’éclair. Enfants de France, suivez-les! Obéissez au cri de celui qui sortira de la nuée, un homme celui-là, que le Nom de Dieu aura saisi au point qu’on le croirait appartenir à l’armée céleste!

FIAT

MARANATHA, viens Seigneur Jésus.

Fille, transmet ceci au petit père, qu’il le fasse connaître largement, car Ma Parole doit se répandre maintenant.

Mercredi 24 mars 2004

- Fille, que Ma Voix qui tonne ne te fasse pas oublier Mes murmures d’Amour qui s’adressent à chaque âme au secret de son cœur. Si Ma Voix tonne à l’encontre des nations apostates, Elle se fait tendresse pour tous Mes enfants égarés. Si Ma Voix dénonce le péché, Mon Cœur fond pour le pécheur, car Je « ne veux pas la mort du pécheur mais qu’il se convertisse ». Il s’agit de la mort de l’âme et non de la mort physique, tu l’auras compris. Je ne veux pas qu’un seul de ces petits qui sont les Miens ne se perde. Mon Vouloir divin est de ramener au Bercail tous Mes enfants dispersés : un seul troupeau, un seul berger. Le berger de votre temps est rudoyé chaque jour par des cohortes sataniques qui l’encerclent toujours plus dangereusement. Il chancelle sous leurs crocs mais ne tombe pas, car Ma Puissance le maintient. Que Je retire Ma Puissance et il tombe… Ce jour viendra, Je cueillerai alors son sacrifice dernier et Mon Jour ne tardera plus, ce Jour sans lendemain dans l’Histoire. Un nouveau temps, une nouvelle histoire s’ouvriront alors pour Mon peuple : tribulations diverses et triomphe final. Court est le temps qui reste pour consommer le sacrifice du berger d’aujourd’hui. Courts, oui très courts sont encore les jours de la Bête, cependant elle rugit plus que jamais sachant sa fin proche.

- Seigneur, court, pour Toi qui dis: «mille ans sont comme un jour», c’est souvent long en temps humain, terrestre…

- Aujourd’hui, court est le temps pour VOTRE façon de compter les jours.

Maintenant, fille, permets-Moi de te confier Ma Parole destinée à Mes enfants:

Enfants, afin que le vœu national que Je demande puisse prendre racine dans votre pays, Je vous demande une consécration particulière de vos personnes, de vos familles et de vos biens au Christ-Roi que Je suis. Que vos âmes aspirent chaque jour un peu plus à Mon Règne divin sur votre pays. Soyez ceux qui, par leur offrande totale et confiante, permettront à Mon règne de Christ-Roi de descendre sur la fille aînée de l’Église.

Enfants, à travers cette demande, Je veux rétablir Mon Alliance avec votre pays. Ne décevez pas Mon Cœur, ne retardez pas Mes plans. Je vous aime et Je mendie votre amour. Christ-Roi de vos âmes et de votre nation, Je le serai pleinement par votre adhésion à Mes plans divins.

Que la Joie divine soit en vos cœurs dés aujourd’hui et pour toujours.

Jésus, Christ et Seigneur

 

Lundi 11 avril 2005

Peuple de France, ton Dieu s’adresse à toi en ces termes: qu’as-tu fait du pacte que J’avais passé avec toi? Pourquoi prêtes-tu serment à Mon ennemi? Ne sais-tu pas qu’il te détruira après avoir utilisé sans merci ta cupidité, ta vanité et ton ignorance? Ne sais-tu pas qu’il veut ta mort parce que tu M’appartenais? Que vais-Je faire de toi? Je vais te laisser livré à l’ennemi puisque tu le préfères et, lorsque enfin tu te souviendras de Mon amour et que tu crieras vers Moi, alors Je te secourrai. Mais quelle épreuve vas-tu t’infliger et infliger à tes propres enfants par ton choix!

Peuple de France, tu es devenu tiède et Je vomis les tièdes. Fais bien attention à toi, car ton ennemi est devant tes portes et toi tu ne veux pas le voir ni le savoir. Mais Je t’avertis pour que tu ne puisses pas maugréer contre Moi, car il fondra sur toi sans crier gare. Ton ennemi est terrible dans sa haine et puissant dans ses armées. Et toi tu ne sais pas qu’il est ton ennemi, et toi tu l’appelles «ami»! Comment peux-tu être ainsi sans discernement et faire confiance aux vipères que tu as élues à ta tête? Ils (les gouvernants) te mènent au massacre et toi, comme un mouton, bêlant, tu avances tête baissée dans le piège.

Peuple de France, il Me plaît de t’avertir, encore et encore, même si tu ne M’écoutes pas, car Je suis attentif à Mes enfants même les plus perdus.

Fille, voilà ce que Je voulais dire à Mon peuple de France ce soir pour qu’il se ressaisisse et qu’il ouvre les yeux. Cependant il est bien tard, car la situation est bien avancée. Mais personne dans ce pays n’écoute Ma voix, Je le sais et pourtant Je continue à M’adresser à ceux même qui ne m’écoutent pas afin de les confondre au Jour de Ma Justice.

 

Jeudi 11 août 2005

- Fille, ne vois-tu pas les événements en marche chaque jour qui passe ? Ne perçois-tu pas la fin imminente de ce monde abject dominé par Mon adversaire et le vôtre ? La race perfide n’est autre que le bras agissant dans vos sociétés politiques de celui qui se tient derrière toutes œuvres de bassesses et de mensonges visant à Me détruire dans le cœur de Mes enfants. Voilà pourquoi Je viens établir Mon Règne de Justice et de Paix, voilà pourquoi Je viens rétablir Ma Royauté divine sur toutes les Nations, voilà pourquoi J’ai besoin de la France et du rayonnement divin de sa race royale pour s’étendre sur toute Nation. La souche royale de France a été préservée dans Mon Cœur, Moi Seul ferai surgir celui que la France attend : le grand roi qui la mènera des ténèbres vers sa mission eschatologique, à savoir: l’établissement du Règne Social de Jésus-Christ Roi des Nations sur toutes terres. Alors, et alors seulement, les prémices de Ma Gloire se feront Jour tant attendu. Alors paraîtra Mon Jour, Jour de Justice s’il en est.

Fille, ne cherche pas tant à pénétrer les secrets du déroulement exact des événements qu’à en observer les réalisations dans l’Histoire. Oui, les événements sont en marche, ils se déroulent sous tes yeux, sois attentive aux signes de Mon Œuvre dans le monde. La grande purification indispensable touche toutes Nations et peuples, pas un n’est épargné. Je t’ai déjà parlé du temps de la purification des Nations. C’est l’ultime purification devant amener les peuples à réclamer la proclamation officielle de Ma Royauté divine sur toute chaire et a fortiori sur toutes Nations. Je suis le Maître des Nations comme Celui des âmes des peuples qui les composent. La proclamation de Ma Royauté redonnera à la France sa souche royale et la royauté sera rétablie et le peuple de France se relèvera du cauchemar luciférien dans lequel elle divague actuellement. Je le redis, vous êtes au cœur des événements, mais ceux-ci vont au rythme de l’histoire, et, même s’accélérant, ce rythme est lent pour celui qui est dévoré du zèle de Ma Maison ! Mais cependant, le temps des événements de la fin des Nations est là maintenant devant vous. Temps de purification avant la régénérescence dans le Sang de l’Agneau. Comprenne qui pourra. Je te bénis.

Jésus Sauveur des Nations et Maître du temps

 

 

Samedi 3 décembre 2005

- N’écoutez pas les craintifs, eux fuient toutes choses, vous, allez donc au combat, forts de Ma Force. Usez des armes que Je vous donne et gardez-vous de l’ennemi.

- Seigneur, pourquoi ces paroles aujourd’hui ?

- Parce que l’heure du Grand Combat approche et que Je vous veux au cœur de la lutte pour Mes Droits sur votre Nation. Je viens réclamer Mon Héritage et vous appuierez Ma demande. Il s’agira d’un acte politique de très grande portée. Cet acte dépasse la simple consécration et les grâces qui y sont attachées seront elles aussi de grande portée.

Enfants, une voix doit s’élever dans cette Nation pour rétablir la vérité et elle doit le faire publiquement et sans peur. Je le redis : il s’agit d’un acte politique et non d’une simple dévotion même publique et nationale.

Le Règne du Christ-Roi doit commencer par la France. Je donnerai un signe clair attestant Mon Droit de Suzerain sur votre sol, et nul, sans mauvaise foi, ne pourra l’ignorer. Tu es Ma messagère en tout ce qui concerne Mon Droit de Suzerain, ne l’ignore pas.

- Je me souviens de Ta Parole, Seigneur, et j’ai confiance en Toi. Ordonne et Tu seras Roi à la face du peuple incrédule. Accomplis Ta Parole, Seigneur, et utilise-moi si telle est Ta Volonté. J’ai conscience de mon état de vermisseau, mais je connais Ta Splendeur. Que Ton Règne arrive !

- Merci, petite fille de Mon Cœur, Je suis Roi dans ton cœur à jamais et J’établirai Ma Royauté à la face des peuples. Je te bénis.

Jésus Roi des Nations

 

Mardi 20 février 2006

- Fille, maintenant écoute et écris:

France, un peuple sauvage est prêt à fondre sur toi, remettant en cause ton droit à ta terre de France! Te laisseras-tu faire? Laisseras-tu une horde barbare et sanguinaire faire main-basse sur ton héritage paternel et ancestral? La terre de tes ancêtres, ne la garderas-tu pas pour tes enfants? Ou bien la vendras-tu au plus offrant ? Ou bien, te la laisseras-tu arracher par l’iniquité? As-tu perdu l’amour de ta patrie, celui de la terre par Dieu à toi donnée? Oui, tes pères tiennent leur terre de Dieu. Ainsi donc, la patrie est la terre de tes pères mais aussi et surtout, celle de Dieu qui la leur a confiée aux temps jadis. Infidèle à ton Dieu, tu l’es. Indifférente à ta terre par voie de conséquence, tu l’es aussi. Mais qui néglige les biens paternels n’engrange aucun trésor dans le Ciel.

Mes enfants, ne laissez pas les infidèles, les idolâtres et les perfides s’emparer frauduleusement du sol que le Seigneur a donné à vos pères. Gardez jalousement le trésor qui vous est confié. Ne méprisez pas les dons de Dieu. Préparez-vous à défendre votre terre. Reste-t-il aujourd’hui de la France autre chose que son sol? «À quoi sert de sauver le corps si l’âme va à la ruine?» Question pertinente, Mon enfant. Comment aurais-Je insufflé la Vie à Adam si son corps n’avait point existé d’abord? Telle est Ma réponse. Je sauverai l’âme de la France, encore faut-il que vous gardiez son « corps ».

Mes enfants, Je vous mets en garde contre ce danger depuis longtemps maintenant, mais vous n’y croyez pas et pourtant Je le redis : le soir, ils n’y seront pas et le matin, ils y seront. Et il eut mieux valu pour vous que ce matin ne se lève pas car, par inertie, vous serez obligés à un féroce combat pour vos droits sur votre sol. C’est pourquoi Je vous demanderai de revendiquer Mon Droit de Suzerain sur votre sol, afin de vous le rendre au Jour voulu.

Jésus Roi de France

 

Mardi 16 mai 2006

- Mon Seigneur, Vous voulez me confier des Paroles concernant la France, je vous écoute.

- Fille, écris :

L’orage est sur vos têtes. Vous avez repoussé toutes les mains tendues, rejeté toutes les propositions et maintenant Je ne peux plus rien. Mes enfants de France, demain vous pleurerez amèrement d’avoir refusé d’écouter tous les appels à la conversion que J’ai fait converger vers votre Nation. Je ne peux plus rien et personne ne s’interposera plus pour votre défense auprès de Mon Père. France apostate, aujourd’hui tu renies tout ce qui fit, et tous ceux qui firent, ta grandeur et la gloire de ton nom !

Je l’ai dit, l’orage est sur vos têtes, enfants de France. Les conséquences de vos choix depuis des décennies, vous les avez sous les yeux : une société entièrement désordonnée où se déchaîne la violence sous toutes ses formes. Cependant, vous n’avez encore rien vu de ce que la haine peut produire. Attendez-vous désormais à un déchaînement du pire, une multiplication du nombre et de l’ampleur des problèmes rencontrés il y a peu. Oui, vos villes et vos voitures partiront en fumée. Vos enfants traqués dès le ventre de leur mère seront la proie de toutes sortes de démons. Vos hommes politiques, qui donnent déjà le spectacle de leur impuissance, vous laisseront seuls, sans rien dire ni rien faire pour apporter une solution radicale à la dérive du pays. Au contraire, toutes sortes de lois, plus iniques les unes que les autres, vous lient un peu plus chaque jour face à ceux qui ont résolu la perte de ce pays. Ceci, pourtant déjà bien entamé, ne se terminera pas sans une crise majeure et désespérée. Personne n’interviendra pour vous aider, car les autres nations auront fort à faire avec leurs propres problèmes.

Mes enfants, vous cependant, ne sombrez pas dans la détresse, car vous, vous savez qu’au milieu du pire chaos, J’enverrai celui qui doit relever et racheter la France aux yeux de Dieu. Oui, Je l’enverrai celui qui doit Me ramener ce troupeau de France égaré et meurtri, et vous devrez le suivre. Il y aura bien des pleurs et des grincements de dents, car sa main sera ferme et inflexible et il rétablira l’ordre et le culte de Dieu dans la Nation païenne mise à genoux de force par ses ennemis. Attention, les forces ennemies à l’œuvre dans l’ombre vont tomber les masques sous peu: vous saurez à qui vous avez à faire face, sans haine, mais avec détermination. Le piège qui doit perdre Ma Nation de France se referme inexorablement, les crocs destructeurs s’acharnent sur ce qui reste de sa dépouille, car depuis longtemps Ma France n’est plus. Elle est morte et ensevelie sous les décombres de la république maçonnique. La France a refusé son hommage public à Jeanne la Pucelle d’Orléans. La France apostate n’honore plus que des héros de pacotille et de vils menteurs. Ses vrais héros, elle les enterre. Mais ils sortiront du tombeau au jour de la résurrection de la France; car je la ressusciterai, la patrie de Clovis et de Clotilde, celle qui fit tant de soucis à Jeanne et à tant d’autres. Je la ressusciterai et elle étendra Mon Règne sur toute la Terre. Que se lève celui que Je demande pour la défense de Mon Bien ! Que se lèvent ceux qui M’ont promis leur aide à cette heure ! Que se forment les rangs de Mes armées. Que pas un seul de Mes amis ne se trompe de combat : aujourd’hui, sauver la dépouille de la France, c’est combattre pour Dieu.

Désormais toute souveraineté de votre Nation sera dissoute dans l’Europe élargie qui, telle une pieuvre, essaie d’étendre ses tentacules jusqu’à des territoires qui ne la concerne en rien. Demain, la France morte et maçonnique elle-même ne s’appartiendra plus. Demain… la dépouille mortuaire de Ma France sera vendue à ceux-là même qui l’ont tuée.

 

Mercredi 17 mai 2006

France, voici venir les jours du grand anathème. Tu frissonnes, frivole, frileuse, alors que la sainte crainte de Dieu devrait seule te faire trembler! Que ne trembles-tu aujourd’hui! Car demain, ce saint tremblement ne te sera plus permis: tu t’écrouleras sous les coups de heurtoirs de l’ennemi… jusqu’à ce que Je t’envoie celui qui doit te relever de ton tombeau. Alors tu refleuriras comme au plus bel âge de ta vie. O France, qu’il Me tarde de revoir ton haut front altier ceint de Ma Couronne! Qu’il M’est doux le souvenir de tes rois et de tes saints qui tissèrent fil à fil ta robe de gloire! O France, comme Mon cœur tressaille à la pensée de tes relevailles!

Mais, ô France, en Vérité, que reste-t-il de ton peuple à présent? Où sont tes armées et tes soldats? Où sont les défenseurs de l’Église? L’écho de leurs cris ne s’échappe plus de ta dépouille. L’as-tu seulement entendu, ce silence assourdissant qui est tout ce qui Me parvient de ton peuple? O France, mais renais! Renais donc de tes cendres! Reviens à la vie! Relève-toi! Sans toi le monde meurt d’asphyxie. France, qu’il M’est doux ton nom et qu’il est doux au cœur de tout chrétien à travers le monde. Ce doux nom doit de nouveau figurer à côté du Mien éternellement comme Mon plus beau trophée, Mon Trésor le plus parfait.

Mais, France, sans ton peuple, que te reste-t-il?

Et toi, peuple de France, sans ta patrie, que te reste-t-il?

Peuple de France, la terre que J’ai donnée à tes pères est le dernier fil qui te relie à Moi aujourd’hui. Demain, le fil coupé, tu erreras en errant sur ton propre sol dont l’on te déniera la priorité d’occupation et la propriété inaliénable. Te laisseras-tu dépouiller avec sur les lèvres le sourire du niais qui ne comprend pas la méchanceté? Te laisseras-tu déposséder de ton sol?

Peuple de France, tu dois maintenant relever le front et combattre pour ta patrie et pour renouer le fil de ton histoire avec Moi ton Dieu et Père. Mais, o Mon peuple, il y faut un sursaut d’énergie, un surcroît de volonté et de la ténacité, et surtout la certitude d’agir en toute justice, et Je viens d’en faire la démonstration. Appuie-toi sur Ma Parole pour défendre et recouvrer ton héritage. N’écoute plus les vains discours des hommes qui se discréditent jour après jour et qui aujourd’hui se croient à la tête de ton pays : ils sont seulement à la pointe de la conspiration maçonnique mondiale contre Moi, le Seigneur des Nations.

Seigneur des Nations, Je le suis et ils le sauront !

Seigneur de Ma nation choisie de France, Je le suis à plus d’un titre : Je le suis de Droit, Je le suis de Sang, Je le suis de Cœur. Qui donc Me déniera le Droit, le Sang et le Cœur ?

Seigneur du peuple de France, Je le suis aussi ! Et c’est à ce titre, o peuple, que Je te sauverai ta patrie.

Seigneur de la France, Je le suis et c’est à ce titre, o France, que Je te sauverai ton peuple.

Ainsi, toi France et toi, peuple de France, de nouveau unis sous Ma Houlette de Bon Pasteur, vous honorerez à la face des peuples Mon Saint Nom, et ainsi s’étendra Mon Règne divin sur cette Terre qui est Mienne aussi.

Pour l’heure, Mes enfants, préparez-vous au combat : les tyrans ne lâcheront pas facilement leur proie, maintenant qu’ils l’ont bien saisie sous leurs crocs puissants. Mais qu’importent la férocité et l’amertume du combat puisque la Justice est établie et la victoire ainsi assurée ?

Mes Paroles doivent parvenir à tout Mon peuple de France afin de l’établir dans sa justice et de lui donner l’ordre de l’assaut :

Au combat, pour la France et pour le Roi !

Mes bénédictions s’étendent d’âge en âge sur ceux qui se lèveront à Mon Appel.

Jésus-Christ Roi de France et Maître des Nations

 

Lundi 31 juillet 2006

- Fille, écoute et écris:

Tout dort et pourtant le feu couve. Sous la terre, le feu parcourt la Terre. Sous la mer, il brise l’écorce et provoque des raz-de-marée. Ces phénomènes ne s’arrêteront pas, au contraire. La Terre s’accorde à la folie des hommes: elle gronde, plie, tremble, casse. Le mal ronge son équilibre depuis si longtemps. Que ne respectez-vous pas votre Terre et ses rythmes, Mes enfants? Soyez plus attentifs aux besoins de votre Terre. Certains ont pris conscience de la folie de la course en avant, mais rien n’y fait: toujours plus de consommation, de gaspillage des richesses naturelles que Mon Père avait mises à votre disposition pour votre bien: le Malin a tout corrompu en l’homme.

Ce qui est vrai pour le salut de votre environnement l’est pour la vie politique: seul un miracle aujourd’hui peut permettre un grand nettoyage, prélude nécessaire à la venue de Mon Règne en votre temps. Oui, c’est une autre façon de parler de la purification nécessaire. Purification qui concernera chaque fibre du vivant. Nul, ni rien, n’échappera à la remise en ordre. Tout est déréglé par oubli de la règle première: tu aimeras ton Dieu de toutes tes forces, de toute ton âme. Une fois le désordre installé dans l’alliance éternelle entre l’homme et Dieu, les dérèglements s’installent en cascades de plus en plus répandues, touchant tous les domaines de l’existence.

Le préalable à tout changement de longue durée, eschatologique donc, est le rétablissement de l’ordre dans la relation de l’homme à Dieu par la revendication de Mon Droit de Suzerain, sur chaque Nation jusqu’à L’Univers entier, qui permettra de rétablir la légitimité des chefs des peuples, étendant ainsi, par la tête, Mon Règne Social. L’ordre sera rétabli et la prospérité et la Paix renaîtront.

 

Il ne suffit plus de rétablir des lois chrétiennes, dont personne ne veut plus dans vos Nations sans foi ni loi, pour ramener ces Nations à leur vocation d’enfant de Dieu. Il faut aujourd’hui affirmer Ma Royauté sur ces mêmes Nations. Pour cela, il Me faut une voix. Et vous serez cette voix lorsque l’heure sera venue.

Nul obstacle devant vous, nul obstacle en vous. Je balaie tout, J’efface tout, Je renouvelle : votre âme est trempée comme une lame d’acier. Nul trouble, seule demeure la volonté d’accomplir la Volonté de Dieu. Ainsi Je vous veux, ainsi vous êtes Mes amis.

Mon âme est triste à en mourir, mais sur vous Je peux compter. Ma douleur est celle de l’Amour. Rendez-moi justice de Mon Amour, ô hommes de cette Terre. Tant d’ingratitudes blessent Mon Saint Cœur et pourtant, sans relâche, J’envoie Mes serviteurs. Maintenant J’envoie Mes fils et filles, leur volonté ne se brisera pas sur le mur de l’indifférence. Leur force de conviction sera terrible pour le monde. Ils ont les armes du bon combat.

Fils et filles, croyez. Je vous bénis et vous appelle Mes amis.

Jésus

 

Vendredi 1er septembre 2006

- La race des Francs a été établie pour l’éternité afin de présider aux destinées du monde. Aujourd’hui elle faillit grandement, demain, restaurée, elle triomphera. Ce qui est établi par Dieu et qui reste fondé sur Dieu ne passera pas. La restauration de la race des Francs dans l’Alliance divine est ta mission à travers « Joie de Dieu », ton combat, et alors elle triomphera sur toute race.

Comprends ceci: peu importe le nombre si la Justice est de votre côté et elle y sera. Car avec la Justice vient Saint Michel, Chef des armées célestes, et nul assaillant visible ou invisible ne lui résiste, car il est établi en toute Justice dans l’Alliance divine.

Crois que Dieu peut – et veut – tout. Mes enfants, Je vous bénis.

Jésus-Christ Maître des Nations

Vendredi 15 septembre 2006

- Souvenez-vous que la bataille qui se joue sur Terre se double d’une bataille bien plus terrible au niveau spirituel. La bataille est celle de la Foi contre les idéologies savamment distillées et entretenues par l’adversaire pour contrer Mon Désir de régner sur l’humanité et sur chaque Nation en particulier. Et Je veux régner sur la France particulièrement, car d’elle naît l’exemple que les autres nations suivent, dans le bien comme dans le mal. Rétablissant la France, c’est toutes les autres Nations qui seront sauvées. Lourde mission certes, mais dans la foi et la fidélité, la vocation s’accomplit sans doute ni désordre. J’entends restaurer la France et Je veux le faire à travers l’acte politique le plus grand: la proclamation de Ma Royauté. Ma Puissance se manifestera dans l’Histoire et dans le temps humain. Et plus on fait croire à Mes amis que «Dieu ne s’intéresse pas aux petites choses de la terre» ‒ comme si la politique était une petite chose – et plus Je Me fais proche. J’interviendrai dans le cours de l’Histoire humaine car tel est Mon désir. Tous verront Ma Puissance.

Mes enfants, l’heure vient et elle est bien plus proche de vous que vous ne pouvez l’imaginer. La dégradation de la situation nationale et internationale s’accélère et presque tous maintenant perçoivent cette plongée dans les ténèbres. Je sauverai Mon peuple. Mon peuple n’en peut plus des mensonges, des forfaitures et autres dérives. Mon peuple se lasse du désordre et de l’injustice. Mon peuple se réveille. Et il va exiger la Vérité, la Justice et l’ordre. Par ailleurs, les peuples sauvages et barbares mêlés sur votre sol à Mon peuple (le bon grain est toujours mêlé à l’ivraie) vont passer à l’action sur ordre de l’étranger. La convergence de ces deux mouvements opposés bousculera la fausse paix « démocratique » maintenue coûte que coûte par les gouvernants actuels.

Mes enfants, soyez bénis de votre fidèle volonté à faire Ma Volonté. Continuez dans cette voie d’abandon qui loin de limiter l’action, la guide.

Jésus

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Chapitre 9: Le plan du Christ-Roi pour réaliser son Règne social

Les messages « Joie de Dieu » sont les plus précis au sujet du plan de Dieu destiné à réaliser son Royaume sur la terre comme au Ciel, c’est à dire le Règne Social de Jésus-Christ, Seigneur des Seigneurs et Roi des rois.

 

Jésus-Christ veut rétablir la monarchie de droit divin dans toutes les nations qui Lui appartiennent et Lui sont consacrées. Il veut en premier lieu rétablir la monarchie de droit divin en France, la nation qu’il chérit particulièrement, qu’il a créée au jour du baptême et du sacre de Clovis, et à laquelle il a confié cette mission spéciale d’être la tête du système religieux sur la terre entière, la tête du Règne de Dieu sur terre, la tête de la Chrétienté, au service de la Sainte Église Catholique. La France est pour cette raison la fille aînée de l’Église : dans le Corps mystique du Christ qu’est l’Église, la France est la tête.

 

Rétablir la France dans ses prérogatives et sa mission permettra de rétablir la Chrétienté et le Règne de Dieu sur terre, de rétablir la Sainte Église Catholique dans ses prérogatives et sa mission: l’évangélisation du monde entier, selon les Paroles prononcées par Jésus-Christ au jour de son Ascension, en vue du Salut universel des âmes et des peuples qui vivent sur terre. « Tout pouvoir m'a été donné dans le ciel et sur la terre. Allez, faites de toutes les nations des disciples, les baptisant au nom du Père, du Fils et du Saint-Esprit, et enseignez-leur à observer tout ce que je vous ai prescrit » (Matthieu, 28 – 18).

 

Ce rétablissement de la France suppose le rétablissement d’un chef de gouvernement très-chrétien qui sera un parfait disciple de Jésus-Christ et qui sera à la tête de la nation France le lieutenant du Christ-Roi, son vice-roi, pour gouverner la France en Son Nom et selon Son Évangile.

 

Un tel programme paraît surréaliste et irréalisable. A vue humaine, il l’est. Mais à Dieu, rien n’est impossible. Dieu se joue de nos impossibilités.

 

Tant de régimes politiques qui paraissaient stables et indéboulonnables, quasi éternels, ont disparu, parfois en quelques jours, parfois en quelques années. Il en fut ainsi de l’Empire Romain. Tous les citoyens qui le composaient, y compris les chrétiens, persécutés puis reconnus, considéraient que l’Empire Romain durerait éternellement, tant sa puissance était grande, sa rigueur et sa solidité à toute épreuve. Quelques tribus barbares sont arrivées… et l’Empire Romain s’est écroulé au Vè siècle, officiellement par la déposition du dernier empereur, Romulus Augustule, en 476.

En France, le régime politique actuel, la Vè République, est né d’une crise grave qui a mis fin en quelques mois au régime précédent, la IVè République. Nous l’oublions trop, nous ne tirons pas les leçons de l’histoire. Comme la IVè République, qui a duré 12 ans, la IIIè République, le Second Empire, la IIè République, la Monarchie de Juillet, les deux phases de la Restauration (Louis XVIII et Charles X) se sont terminés par une crise et une fin brutales.

Depuis la Révolution de 1789, aucun de ces régimes n’a été stable et durable, ce qui d’ailleurs est une caractéristique majeure qui les distinguent du régime antérieur qui a gouverné la France pendant 1293 ans : la monarchie de Droit divin, incarnée par trois dynasties issues d’une seule souche.

Pourquoi donc la Vè République serait-elle préservée de crises similaires à celles qui ont mis un terme aux régimes post-révolutionnaires antérieurs à 1958 ? Un régime en place se croit invincible, à l’abri de tout, durable voire éternel. C’est l’arrogance et l’illusion de celui qui a le pouvoir. Et c’est sans compter sur les lois de Dieu et sur son intervention dans l’histoire humaine.

La loi de Dieu est simple : un régime politique mauvais, nuisible et non voulu par Dieu finit par disparaître. Il rencontre un mur et s’écroule devant ce mur. Un régime politique illégitime, impie, inique, qui ne respecte pas les commandements et les lois de Dieu finit par disparaître, subissant souvent les conséquences de ses propres erreurs et errements, auxquelles s’ajoute l’action de la Divine Providence. Car dans un monde redevenu païen, les consciences oublient ou ignorent que c’est Dieu qui dirige la vie des peuples et des nations, et qui peut donc mettre un terme à un régime politique ou même à une nation. Dieu est le Maître de l’Univers, du Ciel et de la terre, Il est donc le Maître des nations, de leur vie et de leur histoire, et Il peut en disposer selon sa Volonté, pour récompenser ou pour châtier, pour les soutenir ou les faire dépérir, pour les créer ou les faire disparaître. Il est le grand Législateur, le Souverain suprême, le Maître : c’est Lui qui a le Pouvoir. S’Il a été patient et miséricordieux depuis le 17 juin 1789, Il peut mettre un terme à sa patience et à sa miséricorde du jour au lendemain et mettre en œuvre son plan de sauvetage du monde en vue de reprendre le pouvoir à ceux qui le Lui ont volé, qui l’ont confisqué de manière illégitime et violente : les organisateurs de la révolution française et leurs maîtres. Ce sont eux qui gouvernent la France et le monde aujourd’hui encore, ce sont eux que le Seigneur Dieu Tout-Puissant va exclure de la vie politique et sociale en France et éliminer de la surface de la terre. Dieu va rétablir son Autorité, son Pouvoir, son Droit sur les nations : ce sera la fin du temps des nations apostates, dirigées par Lucifer et sa grande secte occulte, la Franc-Maçonnerie, pieuvre qui domine toutes les institutions dans le monde et dans notre France depuis 1789. Jésus-Christ est Prince de la Paix et Maître des nations. Il possède tous les pouvoirs que Lui confère son Père, Roi d’Amour, de Justice et de Paix.

La Vè République aura donc une fin. Elle finira comme a commencé la 1ère République et la période révolutionnaire : dans la terreur, dans le chaos, dans le sang, dans la guerre civile, dans une totale déflagration de la France actuelle. Une France va mourir, une autre France va naître : la Nouvelle France, sur la Nouvelle Terre, avec de Nouveaux Cieux.

Un tel programme ne peut pas se réaliser sans grands bouleversements, bien plus amples et graves que ceux qui ont mis un terme aux régimes politiques de la période 1789 – 1958. Pour un bouleversement exceptionnel, il faut des moyens et des événements exceptionnels. On appelle cela des catastrophes ou tribulations. Pourquoi pas. Il s’agit en fait d’événements purificateurs et libérateurs, qui vont secouer notre France et le monde, en vue d’installer le Règne de Dieu. Peut-on s’en plaindre ? L’installation du Royaume de Dieu et la jouissance de toutes les bénédictions et grâces qu’il amènera ne valent-elles pas quelques souffrances ? Les souffrances de la Croix, le chemin de la Croix, la Passion. Si vous ne mourez pas, vous ne vivrez pas. Si nous ne souffrons pas les graves événements de cette fin des temps, nous n’aurons pas le Royaume. Si Jésus a souffert pour nous sauver en rachetant nos péchés, pourquoi ne serions-nous pas prêts à souffrir les épreuves nécessaires à la réalisation du Royaume, à la seconde Venue du Christ ? Aimons-nous le Royaume, voulons-nous le retour du Christ ? Où sont nos priorités ?

Il est impossible de réaliser le Royaume sans purifier le monde actuel, gouverné par les forces du mal, par les puissances occultes au service de Satan, un monde rempli jusqu’à dégorger de péché, de vice, de souillure, de débauche, de corruption, de meurtre, de haine, de désespoir, de ténèbre, de trafics... Un monde qui détruit les familles, qui tue les bébés dans le ventre de leur mère, qui pratique la PMA et la GPA, qui veut l’euthanasie, qui marie des hommes entre eux ou des femmes entre elles, qui promeut la décadence et s’y vautre, qui foule au pied la loi de Dieu et vit sans Dieu, menant ainsi des quantités énormes d’âmes vers la damnation éternelle. Un monde qui n’offre plus le Salut aux âmes. Un monde sans sens, sans joie, sans transcendance, matérialiste et consumériste, athée ou anti-théiste. C’est l’anti-royaume de Dieu, dirigé par l’anti-Dieu ou anti-Christ: Satan.

Qui dans le monde actuel accepterait de rétablir la monarchie et de revenir au vrai christianisme, de remettre Dieu à la première place dans toute notre vie ? Si peu… Il faut donc choquer les êtres, leur faire vivre de grandes épreuves, les bouleverser tellement qu’ils acceptent de tels changements et même les demandent. Les événements que nous allons vivre font faire mourir beaucoup de monde. Ils vont choquer les survivants et les mettre à genoux devant Dieu, Le suppliant de les sauver, de sauver la France et de la libérer de ses calamités. Certains demanderont un roi, un sauveur. Les autres l’accepteront et le suivront finalement.

Rétablir le Royaume de Dieu, c’est donc mettre fin au royaume de Satan. C’est l’enjeu suprême de notre temps, du plan de Dieu, de son action providentielle et des catastrophes à venir. Les tribulations ont un sens. Nos souffrances auront un sens.

Jésus-Christ va confier cette mission exceptionnelle à la France, la fille aînée de son Sacré-Coeur. Il va rétablir la Monarchie de droit divin en France et choisir un homme pour être roi, lieutenant du Christ à la tête de la France. Telle est sa Volonté. Tel est son Plan.

Ce roi sera donc choisi et désigné par Dieu. Il ne se désignera pas lui-même et ne sera pas désigné par des hommes. C’est un roi providentiel, désigné par le doigt de Dieu, par un signe surnaturel, puis confirmé par les prodiges qu’il accomplira.

Il ne sera pas désigné par ceux qui manipulent la république. Il est important de savoir que la franc-maçonnerie connaît ce programme de Dieu. Au cours des événements graves que la France va connaître, spécialement la guerre civile, elle va proposer de rétablir la monarchie, mais une monarchie de droit humain, avec un roi désigné par elle pour continuer à régir la France selon ses idées libérales anti-chrétiennes et anti-christiques. Elle désignera deux rois successifs, de faux rois, et nous devons être très vigilants pour ne pas les soutenir. Le vrai roi sera désigné par Dieu un peu plus tard. Il ne sera pas un descendant connu des lignées royales Bourbon ou Orléans. Il ne sera pas Louis XX (duc d’Anjou) ou Jean d’Orléans. Ce dernier descend de Philippe Égalité, qui était membre de la franc-maçonnerie, a participé à l’organisation de la révolution et a voté la mort de son cousin Louis XVI : ce gravissime curriculum vitae entraîne l’anathème sur la descendance du duc d’Orléans. Il faut aussi savoir que la famille d’Orléans actuelle est encore franc-maçonne, donc amie des ennemis du Christ. On ne peut pas servir deux maîtres.

Dieu va désigner un homme qui descend de Louis XVI, donc qui descend de son fils Louis-Charles de France, devenu Louis XVII le 21 janvier 1793, à la mort de son père. Louis XVII a été exfiltré de la prison du temple et a survécu. Il a continué sa vie dans le plus total anonymat et a eu une descendance. Évidemment, ceux qui au XIXè siècle se sont présentés comme étant Louis XVII sont tous des usurpateurs, y compris Naundorf et le baron de Richemont. L’évadé du temple est resté dans le secret : sinon, il aurait été éliminé par la franc-maçonnerie. Sa descendance est restée dans le secret, pour être préservée de l’assassinat.

Nous attendons cet homme. Dieu va nous révéler cet homme. Il nous faudra être très prudents pour éviter les usurpations. De nombreux indices sont donnés par Jésus-Christ à son sujet dans les messages qu’Il nous a transmis par l’intermédiaire de Martine (autre prophète contemporain de France), publiés aux Éditions Résiac sous le titre « Seul l’Amour sauvera le 3è millénaire ». Si ces messages ne nous permettent pas de savoir qui est notre futur roi, il nous dessine un profil et nous confirme ce que l’Esprit-Saint disait à Marie-Julie Jahenny : il sera descendant de Louis XVII. Cela exclut beaucoup de monde parmi les nombreux prétendants connus actuels ou ceux qui se révéleront.

Cet homme va d’abord sauver la France des calamités qu’elle va connaître pendant plusieurs années. Dieu lui donnera les moyens de libérer la France de nombreux fléaux, spécialement des invasions étrangères (armée russe probablement et hordes musulmanes djihadistes). Dieu fera ce qu’il a fait si souvent dans notre histoire : envoyer un homme providentiel (sur le modèle de Jeanne d’Arc) et agir à travers lui d’une manière manifestement miraculeuse et toute-puissante.

Il sera sacré à Reims et gouvernera la France dans le cadre d’une nouvelle Constitution, à la tête de laquelle Dieu sera mis en premier : Dieu premier servi. Il rétablira donc les droits de Dieu sur notre nation et gouvernera en son Nom. Il réformera toute la société, les institutions, les lois, selon l’Évangile et le Droit social chrétien. Il dirigera la France, mais il sera aussi le chef de la Chrétienté, étant mis à la tête des nations catholiques restaurées : ce sera donc le rétablissement de l’Empire chrétien, sur un territoire grand comme celui de l’Empire Romain. Pour cette raison il sera appelé le Grand Monarque : il sera en fait empereur, chef et tête du Règne Social de Jésus-Christ sur la terre.

La France a donc une mission unique et spéciale à réaliser, sous l’autorité de notre futur roi. Elle retrouvera sa mission de baptême, cette mission qu’elle a accomplie au long des siècles et a fait d’elle la fille aînée de l’Eglise.

Nous avons tous un rôle à jouer pour participer à la mise en œuvre de ce programme exceptionnel conçu et voulu par Dieu. Si prier est primordial pour permettre cette mise en œuvre, il est de première importance de faire connaître ce programme, cette mission de la France et de son futur roi, les événements de transition et le changement de régime politique à venir, l’établissement du Règne Social du Christ-Roi en France et, par la France, sur la terre.

La Mission Christ-Roi se propose de travailler en ce sens.

 

Pour approfondir sur le sujet, voici une liste de livres éminents :

 

- La royauté sociale de Notre Seigneur Jésus-Christ, d’après le Cardinal Pie ; éditions Saint Rémi (ESR).

- La mission divine de la France, du Marquis de la Franquerie, ESR.

- La Révolution de 1789 organisée par la franc-maçonnerie (PDF uniquement)

- La conjuration antichrétienne, de Mgr Delassus, ESR.

- Encyclique Quas Primas du Pape Pie XI, 11 décembre 1925. Site internet du Vatican (PDF).

- La mission posthume de Jeanne d’Arc, de Mgr Delassus, ESR

- Ils regarderont vers celui qu’ils ont transpercé, de Claude Mouton, Résiac

- Le Règne Social du Coeur de Jésus, par le Père Henry Ramière, ESR

- La messagère du Christ-Roi, Soeur Olive Danzé ; d'Henri-Pierre Bourcier, Éditions Résiac.

- La Vierge Marie dans l’histoire de France, du Marquis de la Franquerie, Éditions Résiac

- Seul l’Amour sauvera le 3è millénaire, de Martine, Éditions Résiac.

- Joie de Dieu : Messages du Christ-Roi à Agnès-Marie, 1999-2011, Résiac (3 tomes cités au chapitre 8 de cette brochure).

 

Ces ouvrages peuvent également être achetés auprès des éditeurs ou sur internet.

Estratti dal libro di Theotime de Saint Just:

La Regalità Sociale di Nostro Signore Gesù Cristo, secondo il Cardinale Pio

(Edizioni Saint Remy)

Nostro Signore Gesù Cristo è venuto sulla terra per santificare le anime, è sceso anche lì per imporre la Sua volontà alle istituzioni sociali, ai codici, alle assemblee, agli stessi sovrani e diventare così il Re Supremo delle nazioni e dei popoli? Questa è la domanda che ci occuperà, e per rispondere con precisione e ampiezza, non faremo altro che esporre l'insegnamento del cardinale Pio sulla Regalità di Cristo.

Allora perché questo argomento e perché chiedere la dottrina al vescovo di Poitiers? Non c'è questione più importante di quella della Regalità sociale di Cristo. È una questione di vita o di morte per il mondo. I popoli sono appena usciti dalla guerra più spaventosa che abbiano mai conosciuto e ne sono ancora molto scossi. Con angoscia cercano una pace duratura nel rispetto dei diritti di tutti e nei vincoli di fratellanza che uniranno le nazioni in un'unica famiglia. Questa pace così appassionatamente perseguita, né gli armamenti, né le molteplici risorse della diplomazia, né le conferenze internazionali, né le decisioni del tribunale supremo della Società delle Nazioni potranno darla al mondo. Solo il riconoscimento ufficiale da parte di tutti i popoli della regalità pacifica di Cristo può assicurarla alla terra.

Benedetto XV lo ha dichiarato a voce alta: "è l'ateismo legale eretto a sistema di civiltà che ha fatto precipitare il mondo in un diluvio di sangue"[1]

Solo l'abolizione di questo ateismo legale, cioè la proclamazione ufficiale dei diritti di Gesù Cristo sulla società, può scongiurare le onde di un nuovo diluvio ancora più sanguinoso e universale.

Sua Santità Pio XI, nella sua mirabile enciclica Ut arcano Dei consilio, insiste su questo grave monito del suo predecessore. "Chi ignora, scrive, questa parola della Scrittura: Coloro che abbandonano il Signore saranno consumati e noi non conosciamo meno le parole così importanti di Gesù, il Redentore e il Maestro degli uomini: Senza di Me non potete far nulla, e: Chi non risponde con Me, si dissipa. “Questi giudizi di Dio sono stati eseguiti in ogni momento, ma è soprattutto ora che vengono eseguiti agli occhi di tutti. È perché gli uomini si sono miseramente allontanati da Dio e da Gesù Cristo che sono stati sprofondati dalla loro antica felicità in un diluvio di mali».

Parlando poi del tanto agognato rimedio della pace: «Quando le città e le repubbliche si saranno impegnate a seguire negli affari interni ed esteri gli insegnamenti e i precetti di Gesù Cristo, allora avranno finalmente in seno la vera pace... La pace degna di questo nome, cioè la pace desiderabile di Cristo, non potrà mai esistere se le dottrine, i precetti e gli esempi di Cristo non sono custoditi da tutti, nella vita pubblica e nella vita privata, e se la Chiesa in un la società così ordinata non esercita finalmente la sua funzione divina, tutelando tutti i diritti di Dio sulle persone e sui popoli. In questo consiste ciò che chiamiamo in una parola il Regno di Cristo.[2]

E, riassumendo tutto il suo pensiero in una parola d'ordine, che dal nuovo pontificato ha fatto il giro del mondo, conclude. “Vogliamo lavorare nel modo più efficace per il ripristino della pace, ripristiniamo il Regno di Cristo. Non c'è pace di Cristo senza il regno di Cristo”[3]

*** *

Ma di tutte le nazioni ce n'è una che ha maggiormente sofferto la guerra e che, più di ogni altra, aspira ardentemente e lealmente alla pace del mondo. È la Francia. Abbiamo testimonianze precise che attestano che la Francia ha riconosciuto che la sua empietà sociale era stata per essa la causa principale del terribile flagello. Volendo riparare il passato, con lo slancio cavalleresco che la caratterizza, si adopera per restituire a Gesù Cristo il posto regale che dovrebbe occupare nella società. La questione della Regalità sociale di Cristo comincia a farsi popolare in Francia[4]. In piena guerra, l'emblema del Sacro Cuore, posto da pie mani su migliaia di bandiere e gagliardetti, era già proclamazione di questa regalità. Da allora i nostri vescovi, i nostri sacerdoti, i nostri pubblicisti si sono spesso occupati di questo grave argomento.[5] Ai Congressi eucaristici di Lourdes e Paray è stata espressa l'auspicio di una festa mondiale per affermare la regalità sociale di Gesù Cristo in tutto l'universo. Questo nobile zelo dei cattolici francesi per la causa di Cristo Re fu ulteriormente incoraggiato dalla canonizzazione delle due sante del paese: santa Giovanna d'Arco e santa Margherita Maria, poiché entrambe erano apostoli del regno sociale di Cristo. Giovanna d'Arco, con Carlo VII [6]e Marguerite-Marie, alla corte di Luigi XIV.

Questo magnifico movimento che porta l'élite della Francia cattolica ai piedi del Re delle Nazioni si accentua sempre di più e così la questione della Regalità di Cristo, pur rimanendo una questione essenzialmente universale, diventerà tuttavia la questione francese per eccellenza. .

Di sovrana importanza per la pace del mondo e per la prosperità della Francia, la Regalità sociale di Cristo si impone con struggente attualità. Questa attualità continuerà ad affermarsi sempre di più. Sempre più si porrà la questione del Regno sociale di Cristo, sempre più si discuterà, perché la lotta si innescherà tra i partigiani dichiarati di Cristo e della sua civiltà e tenuta della civiltà pagana e atea. La lotta non c'è, dicono i chiaroveggenti. “Il mondo è arrivato a un punto in cui deve perire o rinascere. Tutto ciò che sta nel mezzo sarà schiacciato dalla distruzione o sdegnosamente rifiutato dalla ricostruzione.[7].

*** *

Non c'è bisogno ora di spiegare che una questione così capitale e così attuale va studiata con attenzione. Come viene ignorata! Questa è la domanda più fraintesa dei nostri contemporanei. La stessa élite intellettuale sembra non sapere che esiste una dottrina sociale cristiana, una politica cristiana. È per aiutare a combattere questa ignoranza che abbiamo provato questo modesto lavoro. Nel comporlo, abbiamo pensato non solo ai fedeli innamorati con zelo per la grande causa di Cristo Re, ma anche agli uomini colti che cercano la verità, specialmente agli studenti di teologia. Nei loro libri di testo, la questione della regalità di Gesù Cristo è trattata in modo troppo sommario perché possano attribuirle l'importanza che merita.

Aiutati da questo studio, avranno un'idea più esatta, più completa e meglio coglieranno l'alto significato sociale di questo titolo di Re che diamo a Cristo e, divenuti sacerdoti, saranno gli ardenti apostoli e gli irreprensibili cavalieri di Re Gesù.

Ma come procedere in questa domanda? Come possiamo arrivare con certezza alle audaci conclusioni che comporta?

Abbiamo bisogno come guida di un Maestro approvato dalla Chiesa, un medico contemporaneo, che conosca a fondo gli sconvolgimenti sociali di questi ultimi secoli e che abbia trattato con precisione la questione che ci riguarda. Questo maestro è il cardinale Pie, vescovo di Poitiers.

Il cardinale Pio gode già di tutta l'autorità di un dottore nella Chiesa. I papi lo lodarono. Pio IX gli scrisse nel 1875 in occasione della pubblicazione delle sue opere:

"Non solo hai sempre insegnato la sana dottrina, ma con il tuo talento e l'eloquenza che ti contraddistingue, hai toccato con tanta finezza e certezza i punti che era necessario od opportuno illuminare, secondo il bisogno di ogni giorno, che per giudicare bene le domande e saper adattare ad esse il proprio comportamento, bastava che tutti ti leggessero”[8].

Nel 1879 Leone XIII creò Cardinale il Vescovo di Poitiers, questa nomina, che segue così da vicino la pubblicazione delle sue opere, è un'implicita approvazione della sua dottrina. Pio X, dando udienza al Seminario francese, dichiarò di aver "letto e riletto spesso"[9]le opere del cardinale Pie. E la prima enciclica del santo Papa riproduceva in gran parte la prima lettera pastorale del vescovo Pie alla sua diocesi di Poitiers.[10]

Infine il cardinale Gasparri, a nome di Benedetto XV, scrivendo al canonico Vigué per la pubblicazione delle Pagine Scelte del Cardinale Pie, loda in questi termini queste pagine «dove il Vescovo di Poitiers appare in questo ruolo di medico che adempie con tanta molta eloquenza e autorità; vi appare come un formidabile oppositore del naturalismo, del liberalismo e degli insidiosi resti del gallicanesimo. Nessuno esponeva con più chiarezza, contro le varie forme di naturalismo, l'obbligo primordiale che incombe ad ogni uomo di aderire alla Rivelazione soprannaturale e nessuno difendeva con più brillantezza contro il liberalismo i diritti imprescrittibili di Dio e della Chiesa nell'organizzazione della società. .. L'azione che il Cardinale Pio ha esercitato durante la sua vita è un'azione che deve essere perpetuata all'interno del clero francese e nella Chiesa universale. »[11]

Abbiamo dunque un elogio ininterrotto fatto dai Sommi Pontefici alla nostra guida nell'argomento di cui trattiamo.[12]

Cardinal Pie è nostro contemporaneo. Morto nel 1880, non conosceva, è vero, tutte le nostre leggi di scristianizzazione sociale. Tuttavia, rimarca il card. Billot, “quello che è accaduto di nuovo è stato solo un'evoluzione dello stato di cose che esisteva nel suo tempo; era solo lo sviluppo dei principi di cui aveva visto con rara penetrazione le conseguenze e le conseguenze; il risultato delle istituzioni, delle opinioni, delle dottrine che non aveva cessato di combattere durante tutto il corso della sua carriera”. (Elogio del Cardinale Billot)

Infine, il cardinale Pie ha trattato il nostro argomento. In verità, non ha mai dato uno studio ex professo sul regno di Cristo, ma qualsiasi lettore delle sue opere riconosce facilmente che il regno sociale di Gesù Cristo era il suo grande obiettivo.[13]

Egli stesso, un anno prima di morire, ricevendo l'ordine cardinalizio, lo disse al Presidente della Repubblica in questi termini:

"Mi è imposto un obbligo più stretto di usare gli ultimi resti della mia vita, gli ultimi ardori della mia anima, per inculcare nei nostri contemporanei la sentenza apostolica di cui i trent'anni del mio insegnamento pastorale sono stati solo il commento, e cioè: " Che non si può porre altro fondamento se non quello che è stato posto dalla mano di Dio e che è Cristo Gesù» e che, per i popoli come per gli individui, per le società moderne come per le società antiche, per le repubbliche come per le monarchie «non c'è altro nome sotto il cielo dato agli uomini nel quale possono essere salvati, eccetto il nome di Gesù Cristo» (Discorso al Presidente della Repubblica, 26 maggio 1879, X, 7-8.)

Altri gli danno questa testimonianza.[14]Padre Longhaye, annunciando i primi otto volumi delle sue opere, scriveva in una sorta di epilogo: "C'è unità in quest'opera episcopale, così molteplice e così diversa nell'aspetto... è il soprannaturale, è il diritto di Gesù Cristo regnare socialmente, rivendicata da incessante affermazione, infinitamente varia nelle sue forme come le ribellioni che combatte, sempre una nella sua sostanza come la verità che proclama... occorreva un'epigrafe alle opere del Vescovo di Poitiers, quale altro scegliere se non il grido appassionato di [[San Paolo |San Paolo: "Deve regnare, Oportet autem illum regnare"? Tutto lì è pieno di questo pensiero. Preoccupò il giovane ed eloquente panegirista di Jeanne nel 1844.[15]Nel 1848 ispirò il Gran Vicario di Chartres, chiamato, ironicamente, a benedire un albero della libertà.[16]Il vescovo gli dovrà i suoi accenti più fieri. Oserei quasi dire che le dovrà tutto; perché nel suo insegnamento diffuso secondo i giorni e le necessità, senza intenzione di unità né di metodo, predicazione solenne, omelie familiari, colloquio con il clero, polemica con i ministri, riappare sempre il pensiero del regno sociale di Gesù Cristo. Anche dove non si vede direttamente, lo si sente circolare, per così dire, sulla superficie delle cose, come un fuoco latente che dà a tutto calore e vita. Così l'opera diventa una, e gettando al vento le sue parole come un seme, il maestro ha fatto un libro senza reclamarlo e senza saperlo.[17]

Pertanto, il vescovo Pie ha insegnato il regno sociale di Gesù Cristo e ha osato farlo di fronte alla formidabile opposizione della società contemporanea. La Chiesa attraverso la voce ufficiale dei suoi papi lo ha lodato. Non possiamo quindi fare di meglio che andare a chiedere a questo Cavaliere di Cristo i principi in base ai quali il nostro Re deve regnare.

*** *

Come si è proceduto in questo lavoro?

Mettiamo prima da parte certe formule care ad alcuni moderni: non stiamo scrivendo la storia di un pensiero, come se il pensiero di questo regno si fosse evoluto nella mente del vescovo Pie. No, questo pensiero ha per lui e fin dai suoi inizi tutta la forza e tutta la precisione di un dogma.[18]

Abbiamo solo studiato tutte le opere del cardinale Pio (opere sacerdotali ed episcopali) estraendo da esse i pensieri che si riferiscono al Regno di Cristo. Raggruppando questi pensieri, abbiamo cercato di ridurre come in una sintesi tutto il suo insegnamento su questo argomento capitale. Questa modesta opera vorrebbe essere un seguito e logico trattato di quanto è sparso nei dodici volumi del vescovo di Poitiers.[19]È davvero la sua dottrina integrale quella che esponiamo in questo studio, il cui piano è solo il nostro nelle sue principali divisioni e nella struttura di ciascuna di esse.

Ecco quel piano. Ha quattro parti.

1° Gesù Cristo è Re delle nazioni. Le nazioni gli devono obbedienza.

2° Le nazioni moderne si ribellano contro di Lui. conseguenze della loro ribellione.

3° Come restaurare questo Regno sociale? I ristoratori e le loro mansioni; il programma di restauro; le difficoltà

(3) i modelli di governo cristiano.

4° Il futuro della regalità sociale di Cristo.

*** *

Questa divisione, che sembra sezionare le idee, darà al nostro lavoro una forma un po' secca e scolastica. Il lettore ci perdonerà se acquisisce precisione su un argomento, solitamente trattato in forma più oratoria che didattica.

Tuttavia, pubblicando quest'opera che può essere sufficiente a documentare con precisione, coloro che non dispongono delle opere complete di Mons. Pie, non pretendiamo di esonerare coloro che ne hanno il tempo, dallo studio diretto e dalla opera del grande vescovo.[20]Al contrario, non possiamo raccomandare abbastanza questa lettura meditata e seguita. Consentirà loro di colmare le lacune della nostra sintesi e completerà il pensiero che abbiamo voluto evidenziare.

Né crediamo che Bishop Pie abbia esaurito l'argomento e ci abbia dato un trattato al quale non possiamo aggiungere. Ci si renderà presto conto, ad esempio, nella prima parte, che le prove scritturali e patristiche sono solo indicate

solo sommariamente. Ci si pentirà anche di non trovarvi uno studio speciale sull'intima natura e sul carattere amoroso di questa regalità.

Bisogna però riconoscerlo: il Vescovo di Poitiers ha dato tutti i lineamenti di un vasto e magnifico edificio dottrinale sulla Regalità di Cristo.

Tutta la nostra ambizione come tutta la nostra ricompensa sarà stata quella di manifestarsi nel Cardinale Pio, il Dottore della regalità sociale di Cristo e il capo che deve condurci alla buona battaglia per la restaurazione sociale cristiana.

PRIMA PARTE

***

GESÙ CRISTO È IL RE DELLE NAZIONI

LE NAZIONI DEVONO OBBEDIENZA A LUI


 

Come indica il titolo, per prima cosa esponiamo le prove della regalità sociale di Gesù Cristo; si tratta poi dell'obbligo imposto alle nazioni di riconoscere questa regalità.

DIVISIONE I

GESÙ CRISTO È IL RE DELLE NAZIONI

CAPITOLO I:

PROVE DEL REGNO DI GESÙ CRISTO

Alcune prove scritturali. - I due testi preferibilmente commentati dal cardinale Pie.

L'8 novembre 1859, il vescovo Pie, predicando il panegirico di sant'Emiliano a Nantes, ne approfitta per esporre magnificamente la tesi di Cristo Re.

“Gesù Cristo”, disse, “è re; non è uno dei profeti, non uno degli evangelisti e degli apostoli che non lo assicura della sua qualità e delle sue attribuzioni di re. Gesù è ancora nella culla, e già i Magi cercano il Re dei Giudei Ubi est qui natus est, rex Judoerum? Gesù è alla vigilia di morire: Pilato gli chiede: Allora tu sei re: Ergo rex sei tu? L'hai detto tu, risponde Gesù. E questa risposta è data con un tale accento di autorità che Pilato, nonostante tutte le rappresentazioni dei giudei, consacra la regalità di Gesù con uno scritto pubblico e un manifesto solenne.

E facendo proprie le parole di Bossuet, il vescovo Pie continua: “Scrivi, dunque, scrivi, o Pilato, le parole che Dio ti detta e di cui non comprendi il mistero. Qualunque cosa possa essere asserita e rappresentata, guardati dal cambiare ciò che è già scritto in cielo. Possano i vostri ordini essere irrevocabili, perché sono in esecuzione di un decreto immutabile dell'Onnipotente. Sia promulgata la regalità di Gesù Cristo nella lingua ebraica, che è la lingua del popolo di Dio, e nella lingua greca, che è la lingua dei dottori e dei filosofi, e nella lingua romana, che è la lingua dell'impero e il mondo, la lingua dei conquistatori e dei politici. Venite ora, o Giudei, eredi delle promesse; e voi, o Greci, inventori delle arti; e voi, Romani, padroni della terra; venite a leggere questo mirabile segno; piegate le vostre ginocchia davanti al vostro Re”.[21]

Queste sono alcune prove scritturali della regalità della Madonna, Monsignor Pie ne dà altre qua e là nelle sue opere.[22]Non possiamo raccoglierli tutti, a volte per la loro brevità, ma su due di essi: la missione che J.-C. affida ai suoi apostoli, e la preghiera del Pater, si sofferma di più.

"Ascoltate", ci disse, "le ultime parole che N.-S. rivolgendosi ai suoi apostoli, prima di ascendere al cielo: Mi è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e insegnate a tutte le nazioni. Notate, fratelli miei, Gesù Cristo non dice tutti gli uomini, tutti gli individui, tutte le famiglie, ma tutte le nazioni. Non dice solo: battezzare i bambini, catechizzare gli adulti, sposare gli sposi, amministrare i sacramenti, dare religiosa sepoltura ai morti. Indubbiamente la missione che Egli conferisce loro comprende tutto questo, ma comprende di più, ha un carattere pubblico, sociale perché Gesù Cristo è il Re dei popoli e delle nazioni. E come Dio mandò gli antichi profeti alle nazioni e ai loro capi per rimproverarli delle loro apostasie e dei loro delitti, così Cristo manda i suoi apostoli e il suo sacerdozio ai popoli, agli imperi, ai governanti e ai legislatori per insegnare tutta la sua dottrina e la sua legge. Il loro compito, come quello di San Paolo, è portare il nome di Gesù Cristo davanti alle nazioni, ai re e ai figli d'Israele.[23].

Così, Gesù Cristo dà ai suoi apostoli la missione ufficiale di predicare il suo regno sociale, molto di più, vuole che questo regno sia proclamato da tutti i fedeli. Lo farà chiedere ogni giorno ad ogni cristiano nella preghiera del Pater. “Mai, ci dice il vescovo di Poitiers, il divino fondatore del cristianesimo rivelò meglio alla terra ciò che doveva essere un cristiano di quando insegnò ai suoi discepoli come dovevano pregare. Infatti, essendo la preghiera come il respiro religioso dell'anima, è nella formula elementare che Gesù Cristo ne ha dato che dobbiamo cercare tutto il programma e tutto lo spirito del cristianesimo. Quindi ascoltiamo l'attuale lezione del Maestro. Quindi pregherai così, dice Gesù. Sic ergo la tua orabite. Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra".[24]. Monsignor Pie, riprendendo il Pater, dimostra che queste tre esigenze si possono riassumere e condensare in una sola, quella del regno pubblico, sociale, perché, spiega, il nome di Dio non può essere santificato pienamente e totalmente se non è pubblicamente riconosciuta, la volontà divina non si compie in terra come in cielo se non si compie pubblicamente e socialmente[25]. E conclude:

“Il cristiano non è, dunque, come sembra credere e afferma ogni giorno e in tutti i toni un certo mondo contemporaneo, non è dunque un essere che si isola in se stesso, che si rinchiude in un oratorio indistintamente chiuso a tutti i rumori della il secolo e che, soddisfatto purché si salvi l'anima, non si cura del movimento delle cose quaggiù. Il cristiano è l'opposto di quello. Il cristiano è l'uomo pubblico e sociale per eccellenza, lo indica il suo soprannome: è cattolico, che significa universale. Gesù Cristo, tracciando la preghiera domenicale, ordinò che nessuno del suo popolo potesse compiere il primo atto di religione, che è la preghiera, senza entrare in contatto, secondo il suo grado di intelligenza e secondo l'ampiezza dell'orizzonte che si apriva davanti a lui, con tutto ciò che può anticipare o ritardare, favorire o ostacolare il regno di Dio sulla terra. E siccome certamente le opere dell'uomo devono essere coordinate con la sua preghiera, non c'è cristiano degno di questo nome che non si adoperi attivamente, nella misura delle sue forze, per procurare questo regno temporale di Dio e per abbatterlo lo ostacola”.[26]

Il Vescovo di Poitiers ha dato grande importanza a questa prova tratta dalla nostra preghiera quotidiana, e non ha mai dimenticato di portare questo irresistibile argomento a favore della Regalità sociale di Nostro Signore.[27]

CAPITOLO Il 

TITOLI DI GESÙ CRISTO ALLA REALITÀ

- Diritto di nascita. - Diritto di conquista. - In che modo Gesù Cristo conquistò la sua regalità? - Conclusione.

Gesù Cristo è il Re delle nazioni. Bishop Pie lo ha dimostrato con le Scritture. Ma quali sono i suoi titoli reali? L'importanza di questi titoli non gli sfuggì. Li indica nel suo panegirico di Sant'Emiliano, dove parlando di questa regalità dice:

“Risale da lontano e risale in alto questa regalità universale del Salvatore. Come Dio, Gesù Cristo fu re da tutta l'eternità; perciò, entrando nel mondo, portava già con sé la regalità. Ma questo stesso Gesù Cristo, come uomo, conquistò la sua regalità con il sudore della sua fronte, a costo del suo sangue”[28]. Il grande vescovo riduce così a due i titoli di Gesù Cristo alla regalità: il diritto di nascita e il diritto di conquista. Quest'ultima, la conquista, gli dà tema di uno sviluppo magistrale in un'omelia[29]che consacra proprio all'universalità della regalità di Gesù Cristo. Ecco questo brano: “Sicuramente il nome e l'attributo di Sommo Maestro e Dominatore appartengono per diritto di natura al Figlio di Dio fatto uomo: era prerogativa obbligatoria della personalità divina.

“Ma, al suo diritto di nascita, ebbe la nobile ambizione di aggiungere il diritto di conquista, volle possedere per merito, e per conseguenza degli atti della sua volontà umana, ciò che la natura divina gli aveva già concesso per merenda.

E qual era la fonte di questo merito? Quali battaglie vittoriose era il premio di questa conquista?

"Nella sua lettera ai Filippesi, san Paolo ci insegna: "Essendo immagine viva e consostanziale del Padre, e non usurpando nulla pretendendo di essere uguale a Dio, tuttavia annientò se stesso, assumendo la forma dello schiavo e diventando come uomini. Che cosa ho detto ? Si è umiliato, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Ora, prosegue l'apostolo, «per questo Dio lo ha esaltato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e negli inferni». Ciascuna delle parole del testo sacro ha bisogno di essere soppesata. Senti: "Exinanivit semetipsum". Si è annientato, si è umiliato. Anche Lucifero discese, fu abbassato al di sotto del suo rango primitivo. Ma non è da se stesso che è disceso. Al contrario, per un sentimento di superbia, per effetto sacrilego della sua volontà, per un delitto di lesa maestà divina, volle crescere, elevarsi oltre la propria statura; disse: Salirò e sarò come l'Altissimo, ed è per castigo, è per punizione che è caduto dal suo primo stato. Allo stesso modo l'uomo è caduto al di sotto di se stesso e della sua dignità nativa; ma anche per lui fu la giusta pena inflitta all'ambizione da cui si era lasciato sedurre et erites sicut dii, scientes bonum et malum: Sarete come dèi, conoscendo il bene e il male. Non è stato così per il Verbo Incarnato. È liberamente, è per scelta, è per amore verso di noi che il Figlio di Dio, uguale e consustanziale al Padre, ha deciso di abbassarsi fino ad assumere la nostra natura. Poi, perseguito questo disegno, fu per atto meritorio della sua volontà umana e delle sue facoltà create che, non contento d'esser fatto uomo, si fece schiavo, preferì la confusione alla gloria, la povertà alla ricchezza, il patire piuttosto che la gioia e infine che ha spinto il sacrificio fino all'accettazione della morte e alla morte di Croce. “Ora, dice il grande Apostolo, per questo “propter quod” e oltre il nome, il grado e l'impero che gli assicurava la sua origine celeste, Dio lo esaltò e gli diede un nome al di sopra di ogni nome[30]stabilendolo sotto un nuovo titolo, quello di conquista, Re, Maestro e Dominatore Supremo. Possiamo stabilire meglio del vescovo Pie qui i titoli di Gesù Cristo a una regalità universale? Non gli resta che concludere con san Paolo, esigendo la sottomissione universale degli uomini.

"Tutte le ginocchia", gridò, "omne genu, tutte le lingue, omnis lingua". Non stabilire dunque eccezioni dove Dio non ha lasciato spazio all'eccezione: in eo enim quod omnia ei subjecit, nihil dimisit non sujectum. L'uomo singolo e il capofamiglia, il semplice cittadino e l'uomo pubblico, i singoli ei popoli, in una parola, tutti gli elementi di questo mondo terreno devono sottomissione e omaggio a Gesù Re”.[31]

 


DIVISIONE II

LE NAZIONI DEVONO RICONOSCERE IL REGNO DI CRISTO

CAPITOLO UNICO: PRESENTAZIONE DELLA DOTTRINA.

L'affermazione della Scrittura. - Nota importante del cardinale Pio per l'interpretazione dei testi. - Identità dei tre Regni: di Dio, di Gesù Cristo e della Chiesa. - L'insegnamento dei Padri e in particolare di sant'Agostino. Confutazione delle obiezioni scritturali e patristiche. - Testimonianze della tradizione. - Prova della ragione. - Conclusione.

La sottomissione e l'omaggio di tutte le creature: tale è la conseguenza della Regalità di Gesù Cristo. Tutti noi abbiamo il rigoroso obbligo di riconoscere il nostro Re Gesù Cristo e di sottometterci alle sue leggi. Bishop Pie si è occupato della stessa grandezza di questo obbligo che raggiunge tutti gli individui,[32]ma non perdendo di vista il suo tema peculiare, che è la regalità sociale del Salvatore, è ai popoli stessi, in quanto popoli, e quindi ai loro governanti in quanto governanti, che prendendo a prestito le parole della Scrittura, insinua l'obbligo di riconoscere Gesù Cristo come Re.

“Venite, o patrie dei popoli, gridava con Davide, venite e portate onore e gloria al Signore, venite e offritegli la gloria dovuta al suo nome. Prendi vittime ed entra nei Suoi tribunali. Si commuova tutta la terra davanti al suo volto, dite alle genti che il Signore ha regnato” (sal 95). “Tutti i re della terra lo adoreranno, tutte le nazioni lo serviranno. I popoli cammineranno alla sua luce, i re nello splendore del suo sorgere” (sal. 71), e con Isaia: “Riversa, Signore, il diluvio della tua ira sulle nazioni che non ti conoscono e sui regni che ti hanno non invocato il tuo nome. Ogni nazione e ogni regno che non ti serve perirà”. (Isaia LX, 12).[33]

Questi testi, è vero, portati dal vescovo di Poitiers, possono sembrare ad alcuni non applicabili alla regalità di Gesù Cristo, per quale apparenza Davide e Isaia, parlando di Dio in generale, miravano a Gesù Cristo in particolare? Tuttavia, è così che dovrebbero essere intesi. Il vescovo Pie, seguendo tutta la tradizione cattolica in uno dei suoi insegnamenti più essenziali, non distingue assolutamente tra il regno di Dio e quello di Gesù Cristo e si identifica con questi due regni, quello della Chiesa. Ecco la sua dichiarazione formale: "Il regno visibile di Dio sulla terra è il regno del Suo Figlio incarnato, e il regno visibile del Dio incarnato è il regno permanente della Sua Chiesa".[34]

Per questo Mons. Pie può portare a sostegno del regno di J.-C. tutto ciò che i profeti hanno detto del regno di Dio e aggiungervi tutto ciò che poi i Padri hanno detto del regno della Chiesa.

È in questo senso che cita sant'Agostino nelle sue lettere a Macedonio, alto funzionario dell'impero, ea Bonifacio conte d'Africa. Ascoltiamo il grande medico citato da Mons. le società pubbliche partecipano ai doveri dei privati e possono trovare la felicità solo alla stessa fonte. Beati, disse il Profeta-Re, sono i popoli il cui Signore Dio è. Questo è l'augurio che dobbiamo formare nel nostro interesse e nell'interesse della società di cui siamo cittadini; perché la patria non potrebbe essere felice ad altra condizione che al singolo cittadino, poiché la città altro non è che un certo numero di uomini ordinati sotto la stessa legge”.

E in una delle sue mirabili lettere al governatore Bonifacio aggiungeva: "Altro è che il principe serva Dio nella sua qualità di individuo, altra cosa nella sua qualità di principe". Come uomo, lo serve vivendo fedelmente; come re, emanando leggi religiose e sanzionandole con adeguato vigore. I re, continua, servono il Signore come re quando fanno per la sua causa ciò che solo i re possono fare. E altrove: "Chiamiamo felici gli imperatori cristiani se mettono il loro potere principalmente al servizio della maestà divina per l'aumento del suo regno e del suo culto".[35])

*** *

Dando questa dottrina integrale della regalità di Gesù Cristo, il vescovo Pie non poteva non incontrare davanti a sé l'opposizione di quei cattolici che si chiamano liberali e il cui gruppo era particolarmente potente all'epoca in cui il vescovo di Poitiers insegnava.[36]

Gli obiettarono le parole di Cristo: Il mio regno non è di questo mondo. Risponde con tutta la tradizione cattolica che queste parole di Gesù a Pilato indicano semplicemente che il regno di Gesù è soprattutto un regno spirituale che si instaura con la potenza divina e non con la forza delle armi. Ma da queste parole non segue affatto che Gesù non voglia regnare socialmente, cioè imporre le sue leggi ai sovrani e alle nazioni. I testi sopra citati determinano il significato delle parole di Cristo.[37]

Hanno anche obiettato che i testi scritturali si riferissero all'antica nazione di Israele governata da una costituzione teocratica. Dimostra che questi testi sono generali e si applicano a tutti i popoli ea tutte le nazioni, indipendentemente dalla forma del loro governo.[38]

“Gesù Cristo, scriveva, non ha dettato alle nazioni cristiane la forma della loro costituzione politica. In questa materia, il tempo, le volontà e soprattutto le passioni degli uomini possono talvolta determinare e rendere necessarie modifiche. C'è un elemento umano qui soggetto alle vicissitudini della terra. Ma qualunque forma assumano i governi umani, viene loro istintivamente imposta una condizione essenziale, che è la loro subordinazione alla legge divina. Il dominio di Dio sui popoli non è meno assoluto del Suo dominio sugli individui.[39]

“Ancora gli contestavano certi Padri della Chiesa in opposizione ai principi che portavano le leggi religiose. All'insinuazione il vescovo Pie oppone la smentita più categorica: “Se diversi principi, dice, ancora neofiti e troppo poco disabituati ai ritmi assolutisti del cesarismo pagano, mutarono fin dall'inizio la loro legittima protezione in oppressione; se hanno (solitamente nell'interesse dell'eresia e su richiesta di vescovi eretici) proceduto con un rigore che non è secondo lo spirito del cristianesimo, si è riscontrato nella Chiesa di uomini di fede e uomini di cuore, come i nostri Hilaire e i nostri Martin,[40]come l'Atanasio e l'Ambrogio per richiamarli allo spirito della clemenza cristiana, per ripudiare l'apostolato della spada, per dichiarare che la convinzione religiosa non si impone mai con la violenza, infine per proclamare con eloquenza che il cristianesimo che si era diffuso nonostante la persecuzione dei principi, potrebbe ancora fare a meno del loro favore e non dovrebbe sottomettersi a nessuna tirannia. Conosciamo e abbiamo soppesato ciascuna delle parole di questi nobili atleti della fede e della libertà della Chiesa loro madre. Ma, protestando contro gli eccessi e gli abusi, biasimando i ritorni prematuri e poco intelligenti, talvolta anche lesivi del principio e delle regole dell'immunità sacerdotale, nessuno di questi medici cattolici ha mai dubitato che fosse dovere delle nazioni e dei loro capi rendere pubblica professione di la verità cristiana, di conformare ad essa i loro atti e le loro istituzioni, e anche di proibire con leggi sia preventive che repressive, secondo le disposizioni dei tempi e degli spiriti, gli attentati che assumessero carattere di palese empietà e che causassero turbamenti e disordini nella società civile e religiosa”.[41]

*** *

I liberali spinsero oltre le loro obiezioni e pretendevano di trovare, in un testo di Sant'Anselmo, un'approvazione o una definizione formale della libera Chiesa nel libero Stato. Questo testo: “Dio nulla ama quaggiù quanto la libertà della sua Chiesa”. “Questo testo citato mille volte, risponde il vescovo di Poitiers, è stato davvero compreso? Non sappiamo che questa libertà per la quale sant'Anselmo si batté, per la quale soccombette san Tommaso Becket, uno dei suoi successori nella sede di Canterbury, fosse proprio l'immunità ecclesiastica e l'immunità personale? e le cose sante? Buon Dio ! quale sarebbe lo stupore di questi eroi e martiri della libertà ecclesiastica, se si dicesse loro che questa libertà della Chiesa consiste semplicemente nel diritto comune di tutte le dottrine vere e false e nell'uguaglianza di tutti i culti di fronte al potere secolare. Francamente, nessuna citazione potrebbe essere più fuorviante.[42]

*** *

La prova tradizionale non include solo i Padri. Anche Mons. Pie intende che si aggiungano alla loro testimonianza "i canoni dei Concili, le Decretali e le Lettere dei Papi, i capitolari dei principi", e aggiunge: "Sfidiamo che si possa mai stabilire a questo riguardo, tra la dottrina primitiva e la successiva disciplina della Chiesa, non altra divergenza e non altra opposizione se non quella che risulta dalla diversità di applicazione secondo la diversità delle circostanze. All'inizio, come in seguito, in questa materia come in quasi tutte le altre, la questione della condotta venne a confondersi con quella di principio. Ma il diritto, il principio dello Stato cristiano, del principe cristiano, della legge cristiana, non so che sia mai stato contestato fino a poco tempo fa, né che alcuna scuola cattolica abbia mai potuto intravedere nella sua distruzione, un progresso e la perfezione della società umana...

“San Paolo proclama che Dio ha posto suo Figlio Gesù capo di tutte le cose, e per non dubitare dell'universalità di questo impero, l'apostolo aggiunge che in questa soggezione universale nulla è stato escluso (Ebr II, 8). Lui come eredità (Sal. II) Ora il Figlio di Dio non è stato defraudato di questa parte gloriosa della sua prerogativa. E una volta che la pienezza delle nazioni venne sotto il suo scettro, coloro che avrebbero avuto la sfortuna di respingerlo ricevettero il loro nome in anticipo dalla stessa bocca del Signore. Sono quelle nazioni apostate, gentes apostate, che si sono allontanate da Dio e hanno infranto sacrilegamente il patto glorioso che Egli si era degnato di fare con loro».[43]

*** *

Tale, nel suo insieme, è la prova tradizionale aggiunta alla prova scritturale. Per seguire l'ordine delle dimostrazioni teologiche, è necessario aggiungere la prova della ragione che deve anche rendere omaggio alla Regalità sociale di Nostro Signore.

La ragione ci insegna che Dio è l'autore della società, non solo nel senso che ha tratto dal nulla gli individui che la compongono, ma anche perché le ha dato la vita che la caratterizza: la vita sociale. L'uomo, infatti, sboccia in famiglia e la famiglia in nazione, in virtù di una tendenza e seguendo leggi che ha ricevuto dal Creatore. E dopo averle fondate, Dio dà vita alle nazioni e le governa; Invia loro ricchezze o povertà, vittorie o sconfitte, benedizioni o castighi, a seconda che siano fedeli o ribelli alla sua legge.

Poiché i popoli, in quanto popoli, dipendono quindi dal Creatore, devono, in quanto popoli, riconoscere la sua autorità. Devono a Dio omaggio pubblico, sociale e nazionale.

Ecco la prova della ragione. Vescovo Pie ce lo spiega nella sua 3ª Istruzione sinodale. Commentando le parole di san Paolo: “Dio, disse, ha creato da una sola persona tutto il genere umano; Gli ha dato l'intero globo come sua dimora, ha definito il tempo dell'apparizione di ogni popolo e ha segnato per lui il luogo della sua fondazione. ... Il supremo organizzatore fissò l'ora di ciascuna delle nazioni, ne assegnò i confini, ne determinò il ruolo, ne regolò la durata e la parte di azione nell'opera generale (V, 181), e, completando la prova della ragione con il Apocalisse che ci insegna che Dio ha dato le genti in eredità al Figlio suo, loro Redentore, esclama, facendo sue le parole di un illustre scrittore: Le genti sono volute da Dio e concepite nella tua grazia, o Gesù Cristo! A ciascuno di loro hai dato una vocazione. In ognuno di loro vive un'idea profonda che viene da Te, che è la trama dei suoi destini.[44]

Dopo aver così constatato, in termini precisi e magnifici, l'azione incessante di Dio sulle nazioni da Lui create e redenti dal Figlio suo, Mons. Pie conclude che le nazioni in quanto nazioni, i popoli in quanto popoli sono tenuti come individui «ad assimilare e professare i principi della verità cristiana"[45]e per rendere omaggio pubblico e nazionale a Dio e al suo Cristo. Leggiamo nel 3° Sinodo gli sviluppi che dà a questa conclusione. Qualsiasi quotazione, qualsiasi taglio li sminuirebbe. Vanno meditati nella sequenza flessibile e rigorosa che lui stesso ha dato loro.[46]

Così, crediamo di aver attinto dall'opera del Vescovo Pie, una vera tesi teologica, stabilendo con la Scrittura, la tradizione e la ragione, che N.-SJ-C. è veramente Re, non solo del singolo cristiano, ma dei popoli e dei loro governanti.

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